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Vermiglio, Maura Delpero corre per gli Oscar: «Spero sia apprezzata l’integrità del film»

La regista bolzanina commenta la scelta di Vermiglio come titolo per rappresentare l'Italia ai prossimi Academy Awards: «Da Venezia è stato un lungo viaggio, che mi ha tenuta occupata, attenta. Ora sono molto felice e accolgo questa emozione con equilibrio»

Vermiglio, Maura Delpero corre per gli Oscar: «Spero sia apprezzata l’integrità del film»

La regista bolzanina commenta la scelta di Vermiglio come titolo per rappresentare l'Italia ai prossimi Academy Awards: «Da Venezia è stato un lungo viaggio, che mi ha tenuta occupata, attenta. Ora sono molto felice e accolgo questa emozione con equilibrio»

Maura Delpero Vermiglio

Vermiglio, il film di Maura Delpero già vincitore del Leone d’argento – Gran Premio della Giuria all’ultima Mostra del cinema di Venezia, è ufficialmente il candidato italiano ai prossimi premi Oscar. L’augurio è quello di ritrovarsi nella shortlist a metà dicembre e poi nella cinquina a metà gennaio: il premio cui si ambisce è l’Oscar all’International Feature Film, categoria un tempo nota come “miglior film straniero” e che oggi premia il miglior film internazionale, girato cioè in lingua non inglese.

Vermiglio, ambientato in un omonimo paesino di montagna nel Passo del Tonale, mostra come nell’arco di quattro stagioni la natura compie il suo ciclo. Una ragazza può farsi donna. Un ventre gonfiarsi e divenire creatura. Si può smarrire il cammino che portava sicuri a casa, si possono solcare mari verso terre sconosciute. In quattro stagioni si può morire e rinascere. Vermiglio racconta dell’ultimo anno della seconda guerra mondiale in una grande famiglia e di come, con l’arrivo di un soldato rifugiato, per un paradosso del destino essa perda la pace, nel momento stesso in cui il mondo ritrova la propria.

«Spero e credo che il film sia apprezzato perché ha un linguaggio suo, specifico e identitario, una postura organica rispetto a quello che racconta – commenta Delpero, nel parlare alla stampa italiana della fresca nomina a a rappresentare l’Italia agli Oscar – Il film non è stato fatto con una volontà nostalgica, ma col bisogno di guardare appena indietro per guardare avanti, in una contemporaneità come quella attuale che ci obbliga sempre alla sincronicità.»

Vermiglio è uscito in sala con Lucky Red, in una tiratura iniziale da 25 copie nelle principali città capoluogo, poi salite a quota 75 e infine 100 (scelta distributiva che ha premiato, confidando nel passaparola positivo), con un incasso a oggi di 152 mila euro. A eleggere il film per gli Oscar, preferendolo all’altro candidato possibile di peso, ovvero Parthenope di Paolo Sorrentino, una commissione formata da esperti e personalità del settore cinematografico italiano e composta, nel dettaglio, da Pedro Armocida, Maria Rita Barbera, Cristina Battocletti, Giorgia Farina, Francesca Manieri, Guglielmo Marchetti, Paola Mencuccini, Giacomo Scarpelli, Giulia Louise Steigerwalt, Alessandro Usai, Cecilia Zanuso.

«Mi interrogo sul linguaggio cinematografico da molti anni, si dice che Vermiglio è la mia opera seconda ma ho fatto anche molti documentari – aggiunge la cineasta, che ha lavorato su una commistione di attori non professionisti e altri professionisti, tra i quali Tommaso Ragno, Carlotta Gamba, Sara SerraioccoNegli ultimi giorni si leggeva sui giornali che Vermiglio poteva essere tra i favoriti, ma è stata comunque una sorpresa. Ero tranquilla, avevo una sorta di fatalismo, forse per stanchezza. Da Venezia è stato un lungo viaggio, che mi ha tenuta occupata, attenta. Ora sono molto felice e accolgo questa emozione con equilibrio.»

Maura Delpero è nata a Bolzano. Dopo gli studi in lettere, a Bologna e Parigi, e in cinema, a Buenos Aires, con i suoi primi documentari, su tutti Signori professori e Nadea e Sveta, entrambi premiati al Festival di Torino, esplora il confine tra finzione e non finzione. Il suo film d’esordio, Maternal, è premiato al 72. Festival di Locarno e partecipa a oltre cento appuntamenti internazionali, da San Sebastian a Londra, da Chicago a Mar del Plata, oltre a valerle – tra gli altri riconoscimenti – il Kering Women in Motion Young Talent Award al 73. Festival di Cannes. Vermiglio, dopo gli onori a Venezia della giuria guidata da Isabelle Huppert, sarà invece in moltissimi altri festival internazionali: Busan, Londra, Chicago, New York, Los Angeles, Amburgo, Genk, Salonicco, Haifa, Valladolid, Montpellier.

«C’è una lezione di vita che ho ereditato da un mio maestro – conclude – La regola degli scalatori è di non guardare né su e né giù, ma di concentrarsi sul chiodo che si è appena conficcato nel ghiacciaio. Faccio al meglio il mio lavoro, un passo per volta. In Vermiglio ho lavorato sul fuoricampo, che credo sia più potente di ciò che è manifesto. Ho sentito un grande calore dal pubblico, era una voce che l’Italia voleva.»

Vermiglio è una produzione Cinedora con Rai Cinema, in coproduzione con Charades Productions e Versus Production, e ha ricevuto nel frattempo anche gli auguri, irrituali, del “rivale” Sorrentino: «Sono molto contento che l’Italia abbia scelto Vermiglio e lo dico con assoluta sincerità. Vermiglio è un ottimo film e io auguro a Maura Delpero un lungo e bel cammino in questa avventura memorabile che è la corsa all’Oscar.»

Foto: Getty (JB Lacroix/FilmMagic)

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