«è una grossa sfida che abbiamo affrontato con Raoul»: così Roberto Burchielli introduce Sbirri, il suo film-verità che vede protagonista Raoul Bova nei panni di un reporter impegnato che vede stravolta la sua vita quando il figlio muore per droga. Autore di svariati documentari, tra i quali uno sui fatti del G8 (Il seme della follia), sull’immigrazione nel nostro Paese (Stato di Paura – Scontro tra civiltà) e sulla violenza sulle donne (La vittima e il carnefice), il regista ha raccontato alle Giornate Professionali del cinema il suo primo incontro con Bova: «Quando ci siamo incontrati lui mi ha espresso il suo desiderio di vivere realmente determinate situazioni che di solito nei film si vedono per pura fiction». E con Sbirri sembra averlo accontentato, seguendo la Squadra Antidroga di Milano per realizzare riprese sul campo e raccontare il dramma del piccolo spaccio che si consuma per strada e ha alle spalle un lungo percorso che parte dalla Colombia. Il film è previsto in sala per l’anno prossimo distribuito da Medusa Film.
Al.Za.
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