I panni dell’uomo di legge aveva già dimostrato di saperli portare bene in Milano Palermo e ritorno e nei vari Ultimo, ma adesso Raoul Bova ha deciso di fare “sul serio” e con Sbirri di Roberto Burchiello è passato al cinema-verità. L’attore infatti si è messo in incognito (con tanto di parrucca) e ha seguito le azioni del Gruppo Antidroga di Milano per realizzare una sorta di film-reportage che sarà distribuito l’anno prossimo da Medusa Film. Mescolando finzione e realtà Sbirri racconterà la storia di un reporter per il quale Bova ha detto essersi ispirato a Fabrizio Gatti, rappresentativo di quella categoria di giornalisti che decidono di fare cronaca direttamente sul campo (lui per esempio si è imbarcato con i clandestini e con loro è sbarcato a Lampedusa). «Prendendo spunto da lui», ha spiegato Bova durante le Giornate Professionali del Cinema, «dalla sua carriera e da quella di questi cronisti che proprio per spirito e dedizione alla notizia sono un po’ assenti a casa, abbiamo voluto raccontare un dramma legato alla vita di un reporter che deve affrontare la morte di un figlio per droga». Un colpo duro che brucerà come una sconfitta per lui, da sempre impegnato contro le ingiustizie sociali, che deciderà di seguire in prima persona le indagini legate allo spaccio della droga che ha ucciso suo figlio. è a questo punto che Raoul Bova si è trasferito a Milano per trasformare in realtà la finzione unendosi al Gruppo Antidroga: «abbiamo filmato ogni incontro con il Capo della polizia Messina, tutte le uscite, gli arresti, i pedinamenti e le irruzioni in casa, anche abbastanza rischiose», ha raccontato l’attore come potete sentire dalla sua viva voce nel video che trovate qui sotto. Aspettando il trailer…
Al.Za.
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