Viggo Mortensen: per raccontarvi il dolore, ho pure mangiato grilli a cena
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Viggo Mortensen: per raccontarvi il dolore, ho pure mangiato grilli a cena

Intervista al coraggioso protagonista di The Road, dal capolavoro letterario di Cormac MacCarthy. Un film odissea per il quale è diventato pelle e ossa, ha sopportato temperature sottozero e mangiato i simpatici insetti. Cosa non si fa per il “Metodo”…

Viggo Mortensen: per raccontarvi il dolore, ho pure mangiato grilli a cena

Intervista al coraggioso protagonista di The Road, dal capolavoro letterario di Cormac MacCarthy. Un film odissea per il quale è diventato pelle e ossa, ha sopportato temperature sottozero e mangiato i simpatici insetti. Cosa non si fa per il “Metodo”…

Viggo Mortensen, ovvero un uomo due vite. Un attore come tanti prima del “ruolo del destino” nella saga del Signore degli anelli, dove era il prode e aitante Aragorn (degno di nota precedentemente giusto un ruolo di secondo piano nel remake di Delitto perfetto), un divo apprezzatissimo oggi ma dal côté quasi inafferrabile. Passato due volte per le mani di David Cronenberg in A History of Violence e La promessa dell’assassino, ha definitivamente soggiogato pubblico e critica sia nei panni del tranquillo padre di famiglia che si scopre sicario sia in quelli del gangster ultra-tatuato russo. Coraggiosissimo quanto a scelte di copione, e in più poeta e pittore, sfugge con eleganza e impegno alle etichette. Durante i tour promozionali dei suoi film, porta personalmente la valigia e le grucce su cui sono appesi i suoi vestiti, oltre a una pesantissima borsa piena di cataloghi delle sue opere d’arte che regala autografate ai giornalisti. Neppure uno dei cliché applicabili alle star di Hollywood si addice a Viggo Mortensen.
Per tutti questi motivi non stupisce che, nonostante venisse da un periodo di stanchezza, non si sia tirato indietro dall’affrontare il ruolo del protagonista (più che un personaggio quasi la quintessenza astratta e “congelata” del genere umano) di The Road, trasposizione di John Hillcoat del capolavoro letterario di Cormac McCarthy. Odissea esistenziale durissima, di un padre e un bambino in un futuro post-apocalittico abitato da pochi superstiti (di cui la maggior parte predoni e cannibali), che trova finalmente in questo mese la giusta distribuzione dopo mesi di incertezza a causa del potenziale “indigesto” di certi passaggi. Un dazio obbligatorio per una storia dai valori oggi più che mai stringenti. Da qui comincia il nostro viaggio con Viggo.
Best Movie: Qual è il senso più profondo di The Road, secondo lei?
Viggo Mortensen: È un film difficile da vedere, ma quando ho letto la storia, mi ha colpito con un impatto così forte che era impossibile resisterle. Rispetto molto Cormac (McCarthy, ndr), è il più grande tra i grandi… Di fronte allo scenario che ti prospetta, riconsideri le tue priorità. Il cielo blu è importante, avere dei figli è importante.
Best Movie: A questo proposito, quanto ha pesato la sua esperienza di padre nella vita vera per interpretare questo ruolo?
Viggo Mortensen: L’elemento fondamentale che mi ha spinto ad accettare questo film è stato proprio la profonda connessione tra i due protagonisti. Questo film è una storia d’amore tra un padre e un figlio, e in questo ruolo ho travasato inevitabilmente, e credo anche inconsciamente, tutto ciò che vivo nella vita di tutti giorni come padre.

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