Correva l’anno 2002 e il romanzo Vita di Pi, firmato dal canadese Yann Martel, era uno dei libri più letti, commentati e condivisi in Italia e nel mondo. Il romanzo, un’affascinante allegoria delle principali religioni del mondo (ma anche l’ateismo è preso in considerazione), racconta di un ragazzo che si ritrova naufrago in mezzo al mare su una barca alla deriva, in compagnia di un orango, una iena, una zebra e una tigre.
Il film è diventato ora un’opera cinematografica per la regia di Ang Lee (I segreti di Brokeback Mountain), in cui insieme a molti volti di attori indiani poco conosciuti o esordienti (indiana è la famiglia del ragazzo protagonista), ci sono Tobey Maguire (interpreta lo scrittore del romanzo, Martel) e Gerard Depardieu.
Ecco la trama del romanzo e, di seguito, la prima immagine del film.
Pi, il figlio sedicenne del proprietario di uno zoo, rimane disperso in mare quando la sua famiglia emigra dall’India verso il Nord America a bordo di una nave cargo giapponese. Con lui si salvano alcuni degli animali, anch’essi trasportati verso il nuovo mondo. Sono una iena, un orango, una zebra e una tigre, chiamata Richard Parker. Nonostante la tigre si sbarazzi uno dopo l’altro degli altri animali, Pi – grazie alla sua conoscenza del comportamento dei felini – riesce a sopravvivere in mare con una tale compagnia per ben 227 giorni. Una volta raggiunte le coste del Messico, la tigre se ne va nella giungla facendo perdere le sue tracce. A questo punto le autorità giapponesi prendono in custodia Pi chiedendogli l’accaduto, ma si rifiutano di accettare la sua versione dei fatti. Pi racconta allora una seconda storia, molto più convenzionale della prima. Ma qual è la verità?
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