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War Horse

Steven Spielberg torna sui campi di battaglia per raccontare la straordinaria amicizia tra un ragazzo e il suo cavallo. In un film epico e in odore di Oscar

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Steven Spielberg torna sui campi di battaglia per raccontare la straordinaria amicizia tra un ragazzo e il suo cavallo. In un film epico e in odore di Oscar

Quattordici anni fa ci ha riportato nell’inferno della Seconda guerra mondiale perché c’era il soldato Ryan da salvare. Questa volta Steven Spielberg torna agli inizi del secolo scor- so per raccontare l’avventura di Albert e del suo cavallo Joey attraverso l’Europa devastata dalla Grande Guerra. Non un film bellico («La guerra rimane sullo sfondo»), piuttosto il racconto di un’amicizia e del rapporto «miracoloso» tra un animale e gli esseri umani che entrano in contatto con lui. Una storia di speranza anche in circostanze estreme, adatta a qualsiasi pubblico: «Ho girato il film in modo che non potesse essere vietato ai minori non accompagnati; lo considero un film per famiglie» ha dichiarato il regista. Perché quel che importa non sono le bombe, i feriti, i caduti in battaglia, le trincee, ma la possibilità che Albert possa ritrovare e riportare a casa Joey, venduto dal padre alla cavalleria inglese e inviato al fronte. Portare sul grande schermo uno spettacolo teatrale di successo («Mi ha fatto piangere»), a sua volta adattato dall’omonimo romanzo di Michael Morpurgo, non era impresa facile. Trarne un film epico con 5800 comparse e 300 cavalli era una mission possible solo per un grande maestro del cinema come Spielberg. «E’ una storia catartica, la storia della gioia che Joey sa creare attorno a sé. Ed è anche una storia di sopravvivenza, quella dei soldati, dei contadini rimasti a casa, del nostro eroe. Mi piaceva la sua natura episodica, con ambientazioni e personaggi molto vari. E se per Joey sono stati utilizzati 14 animali diversi («Anche se la star è Finder, un cavallo di 11 anni che aveva già  lavorato in altre produzioni come Le avventure di Zorro e Cowboys & Aliens»), l’interpretazione di Albert è tutta nelle mani del giovane esordiente Jeremy Irvine («Una vera scoperta»), che è passato dal fare la parte di un albero in un spettacolo teatrale della Royal Shakespeare Company a quella di protagonista in un film di Spielberg. E dire che non era mai salito su un cavallo.

dal 17 febbraio

(Id., Usa 2011)
Regia: Steven Spielberg
Interpreti: Jeremy Irvine, Tom Hiddlestone, Emily Watson
Trama: Durante la Prima guerra mondiale Albert è costretto a separarsi dal suo cavallo Joey. Fino a quando decide di partire per andare a cercarlo.
Genere: drammatico
Durata: 146′

Da vedere perché: si può dire di no a Spielberg?

La scheda del film è pubblicata su Best Movie di febbraio a pag. 91

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