Sebastiano Leddi e Samuele Vacca, in un’intervista ci raccontano nascita, svilupi e retroscena del loro cortometraggio indipendente, Welcome to Jungle City.
Scopri la trama, il trailer e le foto del mockumentary
BEST MOVIE: Raccontateci il vostro percorso di formazione, prima di arrivare a questo progetto. Passioni, interessi, studi specifici, esperienze professionali…
SAMUELE VACCA: «La mia storia con il cinema inizia nel 2000, quando ho scritto e girato il mio primo cortometraggio: Non posare la valigia. Successivamente ho frequentato al scuola di cinema di Milano e dopo il diploma al corso di sceneggiatura, ho iniziato a collaborare come ghostwirter con NeoNetwork e successivamente ho esteso le mie collaborazioni con le produzioni indipendenti, collaborando anche come producer alla realizzazione di cortometraggi, Pilot e lungometraggi. Nel 2005 mi sono trasferito a Roma dove vengo invitato a girare un backstage per un film lowbudget e, contemporaneamente, inizio a collaborare come ghostwirter alla sceneggiatura del film Le ultime 56 ore di Claudio Fragasso. Dal 2007 a oggi ho lavorato come redattore, fotografo, art director, runner, backstage, assistente di produzione, segretario di produzione, ispettore di produzione, blogger, editor. Nel 2010 sono stato assistente alla regia di Gianluca Petrazzi per la sitcom SMS in onda su Italia1. Ultimamente mi sono cimentato nel videoclip, girando il primo estratto dall’album Orpheus di Alex Ganassini, intitolato Fall».
SEBASTIANO LEDDI: «Il mio percorso personale inizia sul set del film di Aldo Giovanni e Giacomo, Chiedimi se sono felice nel 2001, dopodiché ho fatto la scuola di cinema qui a Milano che mi ha aperto tutta una serie di contatti. Ho partecipato a un paio di altri lungometraggi dove sono stato assistente alla regia di Silvio Soldini, poi sono passato alla pubblicità e dopo ancora alla televisione. Ho girato anche videoclip e documentari, ma ho sempre portato avanti un progetto “cinematografico”, ho scritto e diretto diversi cortometraggi e sono uno dei cinque Manyhands (un gruppo di registi indipendenti che producono film a più mani).
BEST MOVIE: Come vi siete conosciuti? Da quando lavorate insieme e perché?
SAMUELE VACCA: «Ci siamo conosciuti al Bar davanti alla scuola di cinema… Si chiamava Lord Sandwich ed era un buon posto per fare brainstorming. Ci siamo frequentati molto, anche nei corridoi della scuola e successivamente abbiamo collaborato a diversi progetti fino ad arrivare a Welcome to Jungle City».
BEST MOVIE: Quali sono i vostri ruoli specifici nel duo?
SEBASTIANO LEDDI: «Siamo i due produttori del film, io ho fatto la regia e Samuele lo ha scritto anche se poi abbiamo lavorato incrociando molto i due ruoli».
BEST MOVIE: Com’è nata l’idea del film?
SAMUELE VACCA: «Al bar… E poi questo non è un film è un mockumentario… Non avevamo i soldi per fare il film perchè in Italia, come sapete, ci sono molte difficoltà a ottenere finanziamenti per il cinema. Invece il mockumentario ci permetteva di sperimentare e questa era l’origine della nostra collaborazione. Adesso stiamo lavorando a progetti separati».
SEBASTIANO LEDDI: «Il mockumentario, inoltre, è un territorio inesplorato e lasciava molto spazio alla nostra fantasia, e poi si poteva affrontare nonostante il basso budget».
BEST MOVIE: Budget, tipo di attrezzatura utilizzata per le riprese, tempo impiegato per stesura sceneggiatura riprese e post-produzione, numero di persone che hanno preso parte al progetto?
SAMUELE VACCA: «Quando abbiamo girato le interviste, ci siamo affidati ad una Sony HD e un paio di ottiche fotografiche, mentre per il materiale di repertorio, abbiamo utilizzato cassette scartate da una vecchia produzione underground, girata a New York e in parte girata a Milano. La post produzione, è stata piuttosto complessa a causa dei continui impegni da parte di tutti i collaboratori, ma fortunatamente dopo tanti mesi siamo riusciti a portare Jungle City fuori dai computer, e questo è un trionfo».
BEST MOVIE: I personaggi partono da stereotipi. Come mai? Come li avete sviluppati? C’è qualcuno che vi assomiglia?
SAMUELE VACCA: «Abbiamo pensato bene su quali stereotipi basarci e abbiamo iniziato a buttare giù delle pagine di monologo per ciascun personaggio, poi abbiamo costruito le interviste, caricato i personaggi, rendendo nell’insieme il gruppo piuttosto bizzarro… Come tutta la vicenda. I protagonisti anche se dicono cose a volte abominevoli rimangono dei personaggi di fantasia. Purtroppo oggi siamo così abitutati ai mostri, che popolano la nostra informazione e la nostra vita quotidiana, da non saper più distinguere cosa è giusto e cosa è sbagliato, come a Jungle City».
BEST MOVIE: Qual è il messaggio del film?
SEBASTIANO LEDDI: «In questo film abbiamo voluto prendere in giro diverse categorie di milanesi, i messaggi sono tantissimi, ogni personaggio affronta tematiche reali anche se lo facciamo con la massima ironia. E’ un film serio anche se non sembra…
BEST MOVIE: Quali sono i vostri film di riferimento?
SEBASTIANO LEDDI e SAMUELE VACCA: «Ci siamo ispirati a Clerks, e anche a Cloverfield e 2012 ma non avevamo il budget per distruggere Milano».
BEST MOVIE: A quali opere/registi/attori vi siete ispirati?
SEBASTIANO LEDDI: «Le contaminazioni sono tantissime, cito solo alcuni perchè le influenze arrivano ovunque. Ciprì e Maresco, Jim Jarmush e Wes Anderson sono sicuramente figure centrali della mia formazione».
BEST MOVIE: Quali difficoltà avete affrontato nella lavorazione? Quali sono state le scene più difficili da girare e perché?
SAMUELE VACCA: «Non ci sono state delle vere difficoltà all’interno della lavorazione di Welcome to Jungle City ma ci sono stati degli ammutinamenti. Fortunatamente abbiamo allargato il nostro team, riuscendo così a chiudere definitivamente questo lavoro».
BEST MOVIE: A quali spunti avete dovuto rinunciare?
SEBASTIANO LEDDI: «Sarebbe stato bello poter ricostruire le scene di repertorio che abbiamo invece dovuto “rubare”, ma avremmo sicuramente avuto bisogno di un altro budget…».
BEST MOVIE: Quali sono i punti di forza del vostro mockumentary?
SAMUELE VACCA: «Sicuramente il trailer, è riuscito a creare un sacco di aspettativa intorno a questo lavoro, anche se probabilmente a qualcuno darà fastidio».
BEST MOVIE: Avete già pensato a dei canali distributivi ? Se sì, quali? Sogni nel cassetto? Progetti futuri?
SEBASTIANO LEDDI: «Vogliamo iscrivere il film a più festival possibili, poi vedremo il da farsi. Su questo genere di prodotti non si sa mai bene cosa aspettarsi, ad ogni modo lo abbiamo tradotto e quindi lo spediremo anche all’estero. In questo periodo sto lavorando al mio primo lungometraggio e a una serie televisiva con i Manyhands».