Il calcio d’inizio alla 79° edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia lo hanno dato Noah Baumbach e il suo nuovo film, White Noise. Fedele adattamento dell’omonimo romanzo del 1985 scritto da Don DeLillo, è in buona parte una cronaca dell’assurdo di una famiglia americana di cui fa parte un professore di “Nazismo avanzato” (Adam Driver) e una moglie segretamente intenta a prendere strane pillole (Greta Gerwig).
«Il film riguarda vita e morte – ha spiegato il cineasta durante la conferenza stampa di Venezia – Dobbiamo riconoscere che esistono insieme piuttosto che vederli come due cose diverse». Nella seconda parte del film, però, ecco che irrompono mascherine e un enorme pericolo sanitario. Parole che nel 2022 non possono che richiamare alla pandemia da Covid-19 che stiamo a conti fatti ancora vivendo. «Il linguaggio del libro mi è sembrato familiare – ha spiegato il regista – Mentre lo rileggevo durante la pandemia ho pensato a quanto fosse rilevante per questo momento, ogni momento».
Sullo stesso argomento, la star del film Adam Driver – di ritorno al Lido dopo The Last Duel del 2021 e Marriage Story (diretto dallo stesso Baumbach) nel 2019, ha aggiunto: «Mentre giravamo non ci abbiamo pensato, non abbiamo inserito apposta scene sulla pandemia, ma non si può ignorare le mascherine etc dopo quello che abbiamo vissuto».
White Noise in realtà è una visione satirica, una commedia dell’assurdo che racconta la cultura e la famiglia americana, definita «la culla della disinformazione». Si parla di vita e di morte, in tre atti diversi e complementari tra loro: «Penso che il film sia su come costruiamo rituali e strategie per tenere fuori il pericolo, ma a volte la morte viene verso di noi. Guardiamo verso gli altri per capire se c’è o meno pericolo e come dovremmo reagire. La terza parte è il ritorno alle proprie strategie, ma oramai abbiamo visto qualcosa di nuovo e si reagisce a quella nuova informazione. È l’occasione per unirsi, per stare più vicini».
Il tono del film tende molto verso l’ironico, il grottesco in certi casi. Quanto è dovuto al libro e quanto invece sono “personaggi di Baumbach? A rispondere è l’attrice Greta Gerwig, anche sua compagna: «Il libro ha questa grande qualità di linguaggio, ti fa alzare in piedi per leggerlo ad alta voce, ha una dimensione molto performativa […] Nel libro però erano parole più astratte, quando li abbiamo portati in scena con ritmo e dialogo, hanno smesso di essere solo idee e sono diventati personaggi di Baumbach. Ma non sono separati, sono connessi».
Anche l’ambientazione, gli anni ’80, ha un ruolo fondamentale in White Noise: «È la storia della cultura americana – racconta a Venezia il regista – Siccome cambia spesso genere e tono, ho potuto usare diversi linguaggi». Da Hitchcock alle commedie romantiche, passando per il noir, sono tutti linguaggi che Baumbach ha potuto usare «grazie alla coerenza del lavoro di DeLillo».
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Fonte: Vittorio Zunino Celotto/Getty Images
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