Online si parla ancora di Wicked, e non soltanto per gli incassi stellari che sta macinando al botteghino, ma anche per una polemica ben più particolare (e, come spesso accade, fraintesa).
In questi ultimi giorni, infatti, sono stati pubblicati i disclaimer e trigger warning del British Board of Film Classification (BBFC), l’organizzazione non governativa britannica che si occupa della classificazione dei prodotti dell’audiovisivo distribuiti nel Regno Unito, compresi film, serie Tv, programmi televisivi, pubblicità e trailer. Questo compito in Italia è affidato alla Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche del Ministero della cultura, ed fondamentale per la regolazione dei prodotti, ai quali possono essere applicati certificazioni, giudizi o, nei casi più gravi, visti censura.
A far discutere online è stato un avvertimento diffuso dal BBFC che parla di discriminazione contro «una persona dalla pelle verde», ossia la protagonista di Wicked, la strega Elphaba. La citazione recita: «Una donna dalla pelle verde viene derisa, bullizzata e umiliata a causa del colore della sua pelle. Vedere dei personaggi molto amati che vengono trattati male, e soprattutto vedere che il colore della pelle viene utilizzato per demonizzare Elphaba e definirla “strega cattiva”, potrebbe essere doloroso e toccante per alcune persone».
Dopo la diffusione del comunicato, in UK si sono alzate molte voci di protesta, tra cui ad esempio quella del sociologo Frank Furedi, che ha risposto con sarcasmo, suggerendo che l’organizzazione stesse parlando di «discriminazione verso le persone di pelle verde», una «classificazione stupida, fatta da qualcuno che vive su un pianeta di matti». Per lo scrittore Simon Evans, invece, è una decisione «ridicola e controproducente, che distrugge la creatività e la tensione drammatica».
Occorre chiarire, innanzitutto, che non si tratta affatto di un caso di censura: il British Board of Film Classification ha semplicemente diffuso un avvertimento che va ad accompagnare (ma non limita in alcun modo) la visione del film. Questa necessità è inoltre supportata dai dati: un’inchiesta del 2021 ha infatti rilevato come per i genitori britannici sia particolarmente importante essere informati su potenziali contenuti legati a razzismo e discriminazione, così da scegliere con più oculatezza cosa proporre ai propri figli.
Inoltre, i genitori hanno affermato di scegliere appositamente film e opere che trattano questi temi, in modo da esporre i bambini a tematiche che li preparino ad affrontare il mondo reale. Ed è proprio il caso di Wicked: leggendo la dichiarazione completa del BBFC, è chiaro che non ci si preoccupi davvero della fantomatica «discriminazione verso le persone di pelle verde», come tanti asseriscono online, bensì del fatto che Elphaba viene discriminata dagli abitanti del mondo di Oz proprio perché di un colore diverso rispetto a tutti gli altri. Qualcosa di decisamente più ancorato alla realtà e che potrebbe ferire chi vive situazioni simili.
Va anche precisato come la BBFC, oltre alla questione strumentalmente evidenziata della “pelle verde”, metta in guardia anche da altri trigger warning, come ad esempio “un uomo con un lieve graffio sul volto“, “flirt tra personaggi”, “una danza che implica che una donna sia rimasta incinta di un uomo che non è suo marito“, “scimmie che provano dolore”, “persone che sfuggono per un pelo a un’esplosione” e tante altre scene che niente hanno a che vedere col cosiddetto “woke”. Insomma, né più e né meno delle comunissime linee guida per genitori apprensivi. Perché, dunque, risulta così folle menzionare anche altri temi sensibili, per un minore, come il bullismo?
Il risultato della valutazione classifica Wicked come un film con rating PG, ossia richiama i genitori alla necessità di accompagnare i bambini sotto gli 8 anni: «I bambini di tutte le età potranno guardarlo, ma si raccomanda ai genitori di considerare la possibilità che alcuni elementi possano spaventare o colpire i più piccoli o più sensibili».
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