Se c’è una cosa che molto difficilmente può annoiare un fan degli sparatutto in soggettiva sono gli “ignorantissimi” scontri a fuoco che da sempre hanno caratterizzato il franchise videoludico di Wolfenstein. Una delle IP videoludiche più longeve di sempre – pensate che il primo capitolo, Castle Wolfenstein, risale al 1981, praticamente la preistoria del digital entertainment – torna su console con un nuovo capitolo della serie reboot.
Nel precedente Wolfenstein: The New Order abbiamo accompagnato B.J. Blazkowicz nel tentativo, quasi impossibile, di mettere insieme una resistenza per combattere il regime nazista, che nel 1960 alternativo in cui è ambientato il videogioco, ha conquistato il dominio dell’intero Occidente. In Wolfenstein 2: The New Colossus, Blazkowicz ha proseguito la sua lotta perfino nello spazio, sul pianeta Venere, e riesce finalmente a innescare una rivoluzione su scala mondiale. 19 anni dopo le gesta del nostro inarrestabile super soldato eccoci tornare in quel mondo, questa volta per fare la conoscenza di due giovanissime arruolate tra le fila della Global Resistance: le due sorelle Jessica e Sophia Blazkowicz.
Le ragazze decidono di imbarcarsi in una pericolosa missione in Europa, per la precisione a Parigi, per mettersi sulle tracce del padre misteriosamente scomparso. Ça va sans dire che grazie alla coppia di protagoniste, raddoppia anche il divertimento. Wolfenstein: YoungBlood infatti rinfresca la serie, introducendo una corposa componente cooperativa, in cui sarà possibile portare a termine questa nuova missione impossibile in compagnia di un altro giocatore (oppure in single player aiutati da un compare pilotato dall’intelligenza artificiale). Oltretutto, ed è una gran bella trovata, se decidete di acquistare il titolo nella Deluxe Edition, potrete condividere la vostra partita anche con un amico che non possiede il gioco. Tornando al gameplay, il coop non è l’unica novità. In questo nuovo capitolo della serie si sente molto la mano dello sviluppatore Arkane, software house diventata celebre con la serie Dishonored. Proprio da questo franchise infatti, Wolfenstein: YoungBlood eredita inedite e interessanti dinamiche di gioco, come il level design e l’approccio aperto alle missioni, che possono essere portate a termine utilizzando strategie differenti e soprattutto portando a termine anche i numerosi obiettivi secondari che allungano sensibilmente la longevità dell’avventura.
Al resto pensa la capitale francese, Parigi, che in Wolfenstein: Youngblood appare come non l’avete mai vista, ovvero invasa dai nazisti (inevitabile il dejà vu con la serie Tv Amazon The Man in the High Castle) e caratterizzata da una originalissima atmosfera Eighties che rende tutto il contesto ancora più surreale. Riusciranno Sophia e Jessica a ritrovare il padre e a liberare i dintorni della Torre Eiffel? In loro – e in vostro – aiuto ci sarà un arsenale che pesca a piene mani da quello già visto in The New Colossus, con versioni migliorate e potenziate delle stesse armi, dal Dieselkraftwerk al devastante Schockhammer.
Articolo pubblicato su Best Movie di luglio, in edicola dal 28 giugno