Le informazioni di seguito sono estrapolate dal pressbook ufficiale del film:
Famoso per la sua ideazione e trasformazione di David Naughton nel classico di John Landis Un lupo mannaro Americano a Londra (1981), il creature effects designer sei volte vincitore dell’Oscar, Rick Baker, è stato ingaggiato per il film. Lui voleva mantenere il look il più possibile vicino all’originale L’ Uomo Lupo (1941) con Lon Chaney Jr., e rendere omaggio alla creazione di Jack Pierce (leggi il nostro speciale) degli anni ’40. «Jack Pierce era il mio idolo», dice Baker, «È un uomo che ho veramente ammirato e volevo restare fedele a quello che aveva fatto… ma nello stesso tempo renderlo più attuale. È ancora il Lupo Mannaro di Jack Pierce, ma con un po’ di Rick Baker dentro. Volevo che il mio Uomo Lupo fosse leggermente più selvaggio e che sembrasse capace di recare molto più danno di Lon Chaney Jr.»
Per il produttore Rick Yorn, l’idea che Del Toro sarebbe stato trasformato da uno dei più grandi truccatori cinematografici viventi era semplicemente un must. Il produttore dice: «Rick è stata la nostra prima scelta; lui è una leggenda. Vai nel suo laboratorio e vedi tutti i film ai quali ha lavorato. È un museo. Per noi Rick ha fatto un lavoro straordinario». Il candidato all’Oscar Dave Elsey, che ha contribuito a creare l’aspetto dell’Uomo Lupo con Baker, ricorda i primi giorni di pre-produzione in cui lui e Baker hanno reso omaggio al look della spaventosa creatura. «Le indicazioni che avevamo avuto per il lupo mannaro lasciavano molta libertà, potevamo quasi creare quello che volevamo», ricorda Elsey, «Eravamo nel laboratorio di Rick e più parlavamo, più ci sembrava che la cosa migliore fosse creare una nuova versione di quello che la gente riconosce come Lupo Mannaro. Rick ha moltissime idee e tantissimo entusiasmo per questo tipo di film; per noi lavorare a questa creatura leggendaria è stata la realizzazione di un sogno».
I produttori e il regista Johnston erano ben consapevoli del fatto che le sequenze che avrebbero creato più aspettative nel pubblico erano quelle della trasformazione del protagonista umano nel personaggio principale, il mostro. Sotto questo aspetto Wolfman (in uscita il 19 febbraio) fa un salto in avanti… con grande aiuto da parte del reparto effetti speciali, un settore intimamente familiare a Johnston. Il regista di questa sinergia spiega: «Il trucco è fatto di numerosi pezzi differenti e ogni pezzo viene applicato singolarmente. Non è una maschera e questo permette a Benicio di muoversi e esprimersi. Non volevamo affidarci completamente all’animazione digitale perché con questa si può rompere la barriera della credibilità o violare le leggi della fisica. Quello che abbiamo provato a fare con queste trasformazioni è di renderle e mantenerle il più reali possibili e usare il computer come strumento per ampliare quello che era già possibile fare con il trucco».
Baker ha testato il complesso trucco su se stesso prima di far sedere Del Toro per la prima volta sulla sua sedia; sarebbe stato un lavoro che durava non meno di tre ore. Solo per vedere che effetto avrebbe fatto e come fosse dalla prospettiva di un attore, Baker si è applicato i peli con la colla, si è dipinto la faccia usando l’aerografo, si è versato “sangue” in bocca e si è fotografato come lupo. «È molto diverso quando sei un truccatore e tenti di preparare un attore e sai che l’orologio ticchetta velocissimo… è un caos, tutto è confuso», spiega Baker, «Ma quando sei tu l’uomo seduto sulla sedia, il tempo scorre in maniera completamente diversa».
Baker aggiunge che ha più familiarità con le sue creazioni che con i talenti dietro di esse: «Trascorro molto del mio tempo con attori che hanno la faccia che io ho creato loro. Arrivano al mattino come loro stessi e quasi immediatamente io gli attacco addosso un pezzo di gomma e non vedo più l’attore… ma una creazione. Riconosco Benicio come lupo, come se stesso l’ho a malapena visto».
Per Del Toro, la squadra di Baker ha creato un’”applicazione” fatta di schiuma e latex che copre la fronte e il naso dell’attore. I bordi dell’applicazione creata da Baker sono così sottili da fondersi senza cuciture con la pelle dell’attore quando viene messa sul suo viso. Quando a Del Toro venivano poi applicati un mento protesico, una finta dentatura – completa di canini affilati – una vera parrucca e una barba che veniva attaccata con pezzetti di follicoli incollati al suo viso, lui era lo spaventoso Uomo Lupo.
Anche se il processo del trucco durava ore, Del Toro era contentissimo di essere coinvolto nell’operazione. «Da bambino ho sempre desiderato avere quei denti grandi», ride l’attore, «Non importa quanto tempo stai seduto su quella sedia, con Rick la magia nasce poco a poco. Chiudi gli occhi per cinque minuti, li riapri, e qualcosa succede. È stato facile farlo quando hai una squadra straordinaria di uomini che lavorano con te e fanno un lavoro fantastico».
Dopo che il trucco di Baker aveva ricevuto l’approvazione della produzione, la sua squadra è partita con la realizzazione del costume del lupo mannaro adatto al nuovo viso lupino di Del Toro. All’inizio il lupo mannaro doveva essere vestito, e le indicazioni ricevute da Baker erano che lui non avrebbe dovuto ricoprire troppo il corpo. Comunque, i suoi quarant’anni di esperienza nel campo del trucco cinematografico gli hanno insegnato che, durante la lavorazione di un film, le cose possono cambiare. Baker dice: «Siamo partiti realizzando un costume peloso per tutto il corpo, un costume in cui ogni pelo è legato singolarmente… un po’ come una parrucca gigante. Ma non si può fare solo un costume, ne servono almeno tre per il tuo attore protagonista e altri tre per ogni controfigura che si arrampica sui tetti o combatte nel fuoco. Sono un sacco di peli!».
I costumi del lupo sono stati realizzati usando uno dei materiali preferiti dai makeup artists: peli di yak. Gli artigiani del settore di solito usano questo pelo animale ruvido per creare barbe, baffi o pizzetti. Mantenendosi in linea con lo spirito della produzione, Baker ha usato questi peli – lo stesso materiale che Jack Pierce ha utilizzato su Lon Chaney Jr. nel film originale – su Del Toro. Baker dice: «Ho anche usato molta lana crespa che, quando ho iniziato a imparare il mestiere a 10 anni, era per me molto più economica. È più soffice del pelo dello yak e l’abbiamo usata in alcuni bordi della peluria facciale di Benicio; si fondeva molto meglio con il suo viso».
Lou Elsey è stata scelta per essere l’esperta di fabbricazione del reparto dei creature effects; lei era responsabile di ogni costume da lupo di cui la produzione avesse avuto bisogno. «Ci vogliono molti elementi diversi per creare gli effetti delle creature e molti reparti differenti che truccano e mascherano Wolfman», dice Elsey. «Abbiamo avuto un reparto di fabbricazione che ha lavorato su tutte le forme del corpo in modo da dare al nostro Uomo Lupo muscoli completamente articolati. Sopra ai suoi muscoli c’era un costume di peli fatto di spandex lavorato in modo da somigliare alla carne. Sul suo petto e sulle braccia c’erano elementi scolpiti che dovevano essere realizzati e dipinti». Elsey ride: «Ora nel mondo ci devono essere molti yak pelati… li abbiamo dovuti stanare ovunque!».
La squadra dei creature effects sapeva che l’Uomo Lupo avrebbe fatto danni seri nel corso del film, così per contribuire al suo terrificante aspetto e comportamento, il suo costume aveva bisogno di potenti artigli. Elsey aggiunge: «Abbiamo lavorato con Benicio per dargli ogni più piccolo aiuto possibile perché lui potesse creare il suo personaggio. Anche il modo in cui Benicio tiene le mani con gli artigli è dinamico e contribuisce a dare vita al personaggio».
Nel corso della metamorfosi di Del Toro da calmo nobiluomo a segugio infernale, le sue caratteristiche facciali e i peli del corpo non sarebbero state le uniche cose di lui che avrebbero dovuto subire una trasformazione. Per aggiungere altezza all’attore – già alto di per sé – la squadra di Baker ha realizzato estensioni per le gambe costruite seguendo la tecnica usata per gli arti artificiali. Le nuove gambe, semplici e leggere, rendevano Del Toro ancora più torreggiante e terrificante. Il risultato di questa aggiunta era un’estensione delle gambe abbastanza facile da indossare per le riprese che hanno uno scopo estetico. Queste appendici possono anche essere viste in sequenze caratterizzate da movimenti lenti, mentre altri piedi, creati apposta, venivano usati per scene di azione in cui il lupo doveva saltare, lanciarsi o correre.
Nel film originale del ’41, Chaney era così riconoscibile come Uomo Lupo che Baker voleva che la sua creazione permettesse al pubblico di riconoscere un bel po’ di Del Toro come lupo. Elsey commenta: «Quando guardi Benicio nella sua maschera e nel suo trucco, puoi ancora vederlo, anche con tutta la pelliccia addosso. Altri lupi mannari sono molto più simili agli animali; il nostro personaggio invece ha in sé un aspetto molto umano. Benicio è capace di fare, truccato e mascherato, quello che molte persone non sarebbero mai in grado di fare; ha una faccia straordinaria e degli occhi molto caratteristici».
Del Toro si è dedicato con tutto se stesso e completamente alla trasformazione. Così tanto che la squadra di Baker ha dovuto lavorare molto per mantenere il trucco di Del Toro dopo pochi ciak in cui lui morde la sua vittima e scuote la testa da tutte le parti. Ha spesso trovato metà del suo mento protesico che penzolava quando l’attore andava al trucco per un ritocco.
Quando è arrivato il momento per il lupo di correre, il regista Johnston e il direttore della fotografia Johnson hanno dovuto adoperare la loro immaginazione per capire come avrebbero fatto le riprese. Johnston spiega: «Volevamo quelle speciali zampe da cane per l’Uomo Lupo. Le zampe che le controfigure si mettono erano quasi come dei tacchi alti. I ragazzi dovevano essere sospesi con dei cavi dall’alto per poter correre, saltare o attaccare». Se e quando necessario, “le zampe” di Del Toro venivano sostituite da zampe create al computer. Johnston conclude: «Usiamo l’animazione digitale per permettere al pubblico di vedere le dita dell’Uomo Lupo che fanno presa sul terreno e si sollevano e le zampe che si flettono… tutto questo aiuta a credere che la trasformazione sia totale. I migliori effetti speciali sono quelli invisibili, quelli che non riconosci come effetti speciali, o quelli che non attirano l’attenzione su di loro».
La squadra del supervisore agli effetti speciali digitali Steve Begg aveva l’incarico di acquisire gli effetti creati da Rick Baker ed espanderli quando e dove necessario. Quando Johnston aveva bisogno di una mascella che si scardina o di una fronte che muta, Begg portava gli starordinari effetti manuali di Becker a un livello completamente nuovo. Begg spiega: «Uno degli effetti più palesi nel film è la trasformazione in lupo mannaro. Con il nostro approccio ibrido – con CG e protesi e trucco – speriamo che il pubblico non riesca a vedere come ogni effetto sia realizzato».
La squadra ha apprezzato la minuziosa e scrupolosa miscela delle due scuole. «La via più ovvia oggi è usare la tecnica digitale, e ce n’è moltissima in giro», dice Begg, «Ma non è l’unica, ed è bello avere un approccio agli effetti tradizionali unito a uno più tecnologicamente avanzato. Per esempio, in una scena in cui Joe voleva che il muso del lupo mannaro si allargasse molto di più del normale, noi abbiamo evidenziato con delle tracce solo l’area sulla quale volevamo lavorare. Speriamo che questo mix sembri naturale».
Guarda il video della trasformazione di Benicio Del Toro in Wolfman
Leggi il nostro speciale Cinema ad effetto: Un lupo mannaro… da urlo!
Scopri la nuova riedizione in Dvd e Blu-ray de L’Uomo Lupo del 1941
© RIPRODUZIONE RISERVATA