La messa in scena principale è iniziata nell’agosto 2010 pressi i Pinewood Studios in Inghilterra. Lo scenografo Chris Seagers ha creato oltre 80 set – 20 dei quali sono molto complessi e composti da strutture diverse – sia a Pinewood che in varie location inglesi e statunitensi.
L’opera di Seagers è influenzata dall’ottimismo tipico degli anni ‘60. “E’ stata un’epoca davvero innovativa anche dal punto di vista del design”, spiega Seagers. “Era tutto nuovo. Colori sgargianti, forme geometriche e leggeri materiali moderni come la plastica improvvisamente popolarono il panorama mondiale. Abbiamo inserito questi materiali nell’architettura del film. Matthew era orientato a infondere uno stile variopinto al film, conservando però un aspetto più ‘dark’ per il mondo degli X-Men”.
Per infondere continuità con i precedenti film degli X-Men, il design di questo film si è basato su quello degli altri capitoli, con le dovute modifiche per rispettare lo stile dell’epoca in cui è ambientato il nuovo film. “Abbiamo preso gli oggetti di quei film, come Cerebro, l’X-Jet, il casco di Magneto nonché i personaggi stessi, e ci siamo chiesti come potevano essere i loro prototipi”, spiega il consulente visivo Russell de Rozario. “Abbiamo cercato di rendere credibile l’evoluzione di questi oggetti”.
Uno dei set più ambiziosi del film è stato l’ X-Jet, costruito presso i Longcross Studios, nel Surrey. Ispirato all’XB-70, un bombardiere supersonico a lunga gittata sviluppato negli USA alla fine degli anni ‘50, l’X-Jet consta di un’immensa struttura lunga 24 metri. Un’altra location leggendaria è la casa di Charles, situata a Westchester, New York, che diventerà la Scuola per Giovani Dotati di Xavier, dove i bambini mutanti imparano a vivere all’interno della società che fino a quel momento li ha rifiutati. Trovare una casa in Inghilterra che assomigliasse alla location canadese dei film originali non è stato facile, perché le case inglesi sono più antiche di quelle canadesi. Alla fine i filmmakers hanno scelto Englefield House, una splendida residenza Tudor nel Berkshire che vanta una lunga e affascinante storia, con una vista mozzafiato della campagna inglese.
Altri set principali costruiti a Pinewood comprendono la sede di MIB e un imponente sottomarino. A Pinewood i filmmakers hanno ricostruito meticolosamente il campo di concentramento che appare nel primo X-Men. “E’ stato sorprendente vedere con quanta cura abbiano ricreato il set”, commenta Bryan Singer.
Poi c’è il Club Infernale (Hellfire Club), il frequentato locale alla moda degli anni ’60 che diventa la sede di Sebastian Shaw e dei suoi seguaci. Per mettere in scena il Club Infernale sono stati utilizzati: l’entrata del casinò in stile Las Vegas (costruito negli USA); le riprese al Café de Paris di Londra,dove centinaia di donne figuranti hanno indossato lingerie di lusso; e il set circolare del rifugio segreto di Shaw, costruito a Pinewood. Gli audaci e vivaci colori e l’uso della pop art restituiscono il sapore e il look degli anni ‘60.
Per sottolineare il look internazionale del film, i filmmakers hanno girato in Argentina, a Londra, in Svizzera e in Russia. All’inizio di dicembre, parte della troupe si è trasferita negli Stati Uniti per girare sul set della spiaggia cubana di Jekyll Island sulla punta meridionale della Georgia.
Il leggendario supervisore effetti visivi John Dykstra, responsabile fra l’altro delle magiche scene di Star Wars Episodio IV- Una nuova speranza e di Spider-Man, ha dato vita ai poteri dei mutanti, alcuni dei quali sono ancora inediti in questa franchise cinematografica. “Ci sono personaggi nuovi per l’universo degli X-Men e i loro poteri sono straordinari”, dice Dykstra. “Dovevamo creare un legame fra la personalità di un mutante e la natura dei suoi poteri. Volevamo andare oltre la potenza visiva dei superpoteri: la tattica dei personaggi si basa soprattutto sull’intelligenza”.
Dykstra osserva: “La serie degli X-Men, e questo nuovo film in particolare, mette in discussione l’idea che possedere dei poteri sia per forza un vantaggio. I film degli X-Men da un lato esaltano i nostri eroi, dall’altro li descrivono come dei disadattati”, osserva.
Il lavoro digitale di Dykstra è arricchito dagli effetti speciali (pratici) creati dal premio Oscar Chris Corbould, i cui recenti credits comprendono Il cavaliere oscuro, Inception e Casino Royale. Le straordinarie creazioni di Corbould in X-Men: L’Inizio possono essere ammirate nella scena del campo di concentramento, nell’ X-Jet (i cui vortici di 360° sono stati perfezionati in Inception), e nel sottomarino di Shaw.
Oltre agli abbaglianti effetti visivi del film c’è il lavoro della costumista Sammy Sheldon, incaricata di rappresentare il look tipico degli anni ’60 e dei film di ‘James Bond’. La sfida maggiore di Sheldon è stata quella di creare i costumi degli X-men, indossati da Charles, Erik e dalle giovani reclute durante la loro epica battaglia contro Shaw e il Club Infernale. Vaughn voleva restare fedele alla prima copertina del fumetto degli X-Men, in cui i mutanti indossano costumi blu e gialli. “Matthew ed io avevamo inoltre un forte desiderio di rendere i costumi utili, dotandoli della tecnologia tipica degli anni ‘60”, spiega Sheldon. “La fibra sintetica anti-proiettile Kevlar risale proprio a quel periodo, e noi l’abbiamo elaborata in giallo. (Sheldon ha aggiunto il colore blu ai costumi finali).
Quando la postproduzione – che comprende anche la colonna sonora di Henry Jackman con nuovi temi musicali di “X-Men” e “Magneto” – è giunta al termine, Vaughn si è concesso una riflessione sulle sue speranze e aspettative rispetto al film, che uscirà a giugno. “Ciò che distingue X-Men: L’Inizio dagli altri film basati sul fumetto, è la presenza di tanti personaggi diversi, ognuno dei quali ha sviluppato una spiccata personalità, superpoteri unici, idee personali, drammi privati e particolari rapporti con gli altri. Questo è ciò che caratterizza l’universo degli X-Men”.
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