Ultimi fuochi d’artificio al Telefilm Festival di Milano che domani chiude i battenti dell’edizione 2011. Oltre a XIII, oggi è stata la volta del controverso Xanadu, storia di una famiglia che lavora nell’industria pornografica. Uno scenario a luci rosse quindi per questo serial, co-prodotto da Francia e Germania, che ha scandalizzato la Regione Lombardia a tal punto da far ritirare il patrocinio dell’ente all’intera manifestazione.
In Xanadu, il porno è solo lo sfondo su cui agisce la famiglia Valedine sull’orlo di una crisi di nervi. Il complicato rapporto tra genitori e figli, problemi economici, cambi generazionali, emancipazione, adolescenti difficili sono i temi principali che questo serial sviluppa in otto puntate, in onda in questi giorni sul canale francese Arté. Lo stile ricorda per certi versi il cinema della nouvelle vague, ci sono tinte drammatiche, elementi tipici del thriller e situazioni che risultano quasi comiche. Una commistione di generi per quello che è stato definito in Francia «la serie europea più shockante e celebrata dell’anno».
Xanadu è anche un po’ italiano grazie alla presenza di Gaia Bermani Amaral, diventata famosa anni fa per uno spot di telefonia mobile, nel ruolo dell’amata quanto compianta moglie defunta del produttore Alex Valedine.
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