Yara: il film Netflix diretto da Marco Tullio Giordana arriverà sulla piattaforma streaming il 5 novembre, portando sullo schermo i drammatici fatti che, undici anni fa, scossero l’Italia intera.
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Il film ripercorre la storia di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra scomparsa nel 2010 e poi ritrovata senza vita, assassinata. Per la sua morte, Massimo Bossetti sta scontando l’ergastolo. I legali dei Gambirasio hanno dichiarato che la famiglia non è stata coinvolta in questo progetto.
Yara Netflix: le polemiche
Contattato da Fanpage.it, Andrea Pezzotta, legale dei Gambirasio insieme a Enrico Pelillo, ha dichiarato che la famiglia è stata informata del film solo una volta finito. “Non c’è stato nessun accordo. Nulla. La famiglia lo ha scoperto a cose fatte”, le parole di Pezzotta. “Solo dopo hanno fatto una telefonata a me. A film già confezionato.”
Di tutt’altro avviso Pietro Valsecchi, principale produttore del film, secondo il quale le cose sono andate diversamente. Il produttore ha infatti spiegato di aver contattato l’avvocato Pezzotta quando stavano ancora scrivendo il film e “in quell’occasione rispose che la famiglia Gambirasio non intendeva essere coinvolta e, ovviamente, ho rispettato questa decisione”. Successivamente, a fine montaggio, è stato tentato un nuovo contatto con la famiglia, per sapere se avessero cambiato idea “ma la risposta è stata la stessa”.
Intervistato da La Repubblica, Marco Tullio Giordana ha detto di aver ricostruito la storia partendo dai verbali degli interrogatori e dagli atti processuali, tenendo conto anche dei libri e dei resoconti dei giornali. Uno studio approfondito ma come “se fossero collocati nella preistoria. Senza rabbia o passione” in quanto, per indole, tende a detestare ogni “illecita morbosa curiosità”.
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