Young Woman and the Sea: abbiamo intervistato Daisy Ridley, Joaquim Rønning e Jerry Bruckheimer
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Young Woman and the Sea: abbiamo intervistato Daisy Ridley, Joaquim Rønning e Jerry Bruckheimer

Il film, che racconta la storica impresa sportiva della nuotatrice Gertrude “Trudy” Ederle, debutterà su Disney+ il 19 luglio

Young Woman and the Sea: abbiamo intervistato Daisy Ridley, Joaquim Rønning e Jerry Bruckheimer

Il film, che racconta la storica impresa sportiva della nuotatrice Gertrude “Trudy” Ederle, debutterà su Disney+ il 19 luglio

daisy ridley young woman and the sea

Il 6 agosto 1926 Gertrude “Trudy” Ederle, una ragazza 21enne di New York, fu la prima donna ad attraversare a nuoto le 21 miglia-34 kilometri della Manica, dalla Francia all’Inghilterra, sfidando l’acqua gelida, un branco di meduse, le onde tempestose, e le correnti che al buio le fecero perdere l’orientamento.  Il suo tempo record di 14 ore e 34 minuti superò di due ore quello maschile dell’argentino Enrique Tiraboschi di 16 ore e 33 minuti, e rimase imbattuto fino al 1950. 

Ora questa impresa sarà raccontata in un film, Young Woman and the Sea, che debutterà su Disney+ dal 19 luglio, dopo essere stato presentato nei cinema USA il 31 maggio.

Abbiamo intervistato la protagonista Daisy Ridley, 28 anni, famosa per avere interpretato Rey nella nuova trilogia di Star Wars, il regista norvegese Joaquim Rønning e il produttore Jerry Bruckheimer.

Bruckheimer spiega: Lo sceneggiatore Jeff Nathanson cercava qualche film da far vedere alle figlie, e non trovava niente, allora in un negozio di libri usati scoprì questo saggio di Glenn Stout del 2009 Come Trudy Ederle conquistò la Manica e ispirò il mondo.”

Nel film vediamo descritta la vita delle donne a New York agli inizi del ventesimo secolo. La madre di Trudy, immigrata dalla Germania, aveva letto sui giornali di una tragedia nel 1904, un battello a vapore prese fuoco e più di 1000 persone morirono, soprattutto donne e bambini, che avrebbero potuto salvarsi gettandosi in acqua, ma non lo fecero perché non sapevano nuotare. Una sera a cena sfida il marito, un macellaio, insistendo che le due figlie, Trudy e la sorella maggiore Meg, devono prendere lezioni di nuoto.

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Daisy Ridley dice della differenza fra le due sorelle: “Trudy è libera di fare quello che il cuore le detta, diventare una campionessa del nuoto, nonostante le difficoltà da superare; mentre Meg rappresenta la sorte delle donne di quel tempo, è costretta a sposare un marito scelto dai genitori e a lavorare nella macelleria del padre, non ha altre opzioni e la sua storia ci spezza il cuore. Per me è stato magnifico interpretare il rapporto amorevole fra Meg e Trudy, so bene che cosa vuol dire, dato che ho delle sorelle”.

Rønning sostiene: “Meg e Trudy erano entrambe eccellenti nuotatrici, ma Meg non riesce a liberarsi e deve piegarsi alle regole di allora. Però se non fosse stato per il sostegno della sorella e della famiglia, Trudy non sarebbe mai riuscita a completare la traversata della Manica.”

Viene naturale paragonare il record di Gertrude Ederle con quello di Diana Nyad, interpretata da Annette Bening nel film Nyad – Oltre l’oceano, che a 64anni percorse a nuoto la distanza fra Cuba e la Florida, 110 miglia-177 kilometri in 53 ore. Ma eravamo nel 2013, con una società dai valori molto più moderni. Per capire la differenza, basti pensare che alle Olimpiadi di Parigi del 1924 parteciparono 135 donne su 3,089 atleti, il 5%, e solo in sport come il nuoto e il tennis.  A quella competizione mondiale, Trudy Ederle vinse una medaglia d’oro e due di bronzo. Quest’anno, 100 anni dopo, oltre 5.000 donne, il 50%, parteciperanno alle Olimpiadi, di nuovo a Parigi.

Fu proprio la vittoria di Trudy Ederle a dare il coraggio alle ragazze americane di cimentarsi negli sport, dopo aver conquistato il diritto al voto nel 1920.

Ridley concorda: “Sono entusiasta di far parte di un film che racconta la storia di Trudy al pubblico di oggi, non potevo credere che la maggioranza, me inclusa, non la conoscesse.  C’è stato molto progresso negli ultimi cento anni, ma rimane ancora tanto da fare, e soprattutto negli ultimi due anni si parla molto della partecipazione delle donne nello sport, quindi per me è stato magnifico entrare in questa conversazione e mostrare come era la situazione delle donne di quei tempi.”

Il regista conclude: Questo evento sismico cambiò per sempre lo sport femminile, e la risposta che volevamo trovare era alla domanda del perché Trudy lo avesse fatto, rappresentare il periodo storico, la cultura e le norme sociali di quei tempi, mettere tutto quanto in prospettiva e capire che cosa le aveva dato la forza di tentare questa impresa davvero pazzesca.”

Foto: John Phillips/Getty Images

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