Zanetti Story, intervista al Capitano: «Adoro Ogni maledetta domenica, ma il mio film preferito parla d'amore»
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Zanetti Story, intervista al Capitano: «Adoro Ogni maledetta domenica, ma il mio film preferito parla d’amore»

Abbiamo incontrato il vicepresidente dell'Inter all'anteprima del documentario sulla sua vita, diretto da Simone Scafidi e Carlo Sigon

Zanetti Story, intervista al Capitano: «Adoro Ogni maledetta domenica, ma il mio film preferito parla d’amore»

Abbiamo incontrato il vicepresidente dell'Inter all'anteprima del documentario sulla sua vita, diretto da Simone Scafidi e Carlo Sigon

[Update 20/02/2015]: piccolo aggiornamento nella programmazione di Zanetti Story: l’evento sarà sempre al cinema solo il 27 febbraio, ma con un doppio spettacolo, uno in diretta via satellite alle 20.30 e l’altro, in differita, alle 22.45.

Le emozioni scorrono sullo schermo. Sono tutte lì, nelle immagini delle partite più importanti, dei gol, delle vittorie e delle sconfitte più dolorose. Ma soprattutto, sono nelle parole di chi Javier Zanetti lo conosce bene, come il padre Rodolfo e la moglie Paula, compagna di una vita, passando per amici e colleghi, da Massimo Moratti a Lionel Messi e José Mourinho. Il capitano (ex) dell’Inter e ora vicepresidente nerazzurro dopo il suo ritiro dall’attività agonistica è il protagonista del documentario Capitano da Buenos Aires, diretto da Simone Scafidi e Carlo A. Sigon e prodotto da FC Internazionale. Nelle sale solo venerdì 27 febbraio (su Nexo Digital l’elenco dei cinema che lo proietteranno), è un racconto narrato dalla voce dello scrittore argentino Albino Guaròn – autore di un libro su Zanetti -, che ripercorre vita e carriera di uno degli ultimi eroi buoni del calcio. «Da interisti non potevamo che scegliere lui come soggetto del nostro documentario, strutturalmente più vicino al biopic: è un simbolo per tutti, un’icona universale che unisce il tifo anziché dividerlo», hanno dichiarato i registi nel corso della conferenza stampa di presentazione del film.

Noi Javier Zanetti l’abbiamo intervistato in occasione dell’anteprima del film e il faccia a faccia ci ha lasciato la consapevolezza di aver conosciuto un uomo che fa della semplicità, del rispetto e dell’umiltà i suoi valori fondamentali.

BM: Javier, per te è la prima volta su grande schermo: come sei stato coinvolto nella realizzazione di questo film?
«Il primo contatto c’è stato 4 anni fa: quando me l’hanno proposto ho detto subito sì, ma appena tornato a casa ho pensato “in che razza di guaio mi sono cacciato?”. In realtà è stata un’esperienza bellissima, cominciata con una lunga intervista tra me e i registi. Poi siamo stati in Argentina dalla mia famiglia, dai miei amici, e nel campetto dove ho iniziato a giocare. Tornati in Italia, l’unica scena che ho girato, non molto tempo dopo l’operazione al tendine d’Achille, è stata quella in cui corro per una strada sterrata (vedi la clip in calce all’intervista, ndr)».

BM: Il tuo documentario è solo l’ultimo esempio del rapporto tra cinema e sport, due mondi che si sono incrociati spesso. Qual è il tuo film sportivo preferito?
«Adoro Ogni maledetta domenica di Oliver Stone: il discorso di Al Pacino alla sua squadra negli spogliatoi è incredibile, davvero un’ispirazione. Ci sono tanti luoghi comuni. ma ciò che riesce a trasmettere è molto potente».

BM: C’è un allenatore che ti ha mai fatto un discorso simile prima o durante una partita?
«Bielsa e Cuper erano persone dal grande temperamento, ma se ne dovessi scegliere uno direi José Mourinho. Durante la partita contro la Dinamo Kiev in Ucraina alla fine del primo tempo perdevamo uno a zero: eravamo fuori dalla Champions. Negli spogliatoi ci ha detto che avrebbe rischiato il tutto per tutto mettendo altri attaccanti e ci ha dato una carica incredibile. Quella partita l’abbiamo vinta e pochi mesi dopo è arrivata la Coppa».

BM: Con tutti i tuoi impegni in agenda, riesci a trovare del tempo per andare al cinema con la tua famiglia?
«Con mia moglie Paula ci andavo molto spesso, ma ora con due figli e tutto il resto le opportunità sono poche. Il cinema, però, mi piace moltissimo e ci tornerò sicuramente il 27 febbraio (ride: è il giorno dell’uscita del documentario, ndr). Il mio film preferito è Amarsi, con Andy Garcia e Meg Ryan: una storia d’amore che avrò visto mille volte, ma mi emoziona sempre».

Il cuore grande del Capitano.

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Foto HP: Getty Images

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