Zerocalcare: l’uomo che sussurrava agli armadilli
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Zerocalcare: l’uomo che sussurrava agli armadilli

Il suo vero nome è Michele Rech ed è uno dei fumettisti più influenti dei nostri tempi. Abbiamo parlato con lui di serie tv, libri, progetti futuri e, del “suo” film. E lui ha dedicato ai lettori un disegno esclusivo sul Trono di Spade

Zerocalcare: l’uomo che sussurrava agli armadilli

Il suo vero nome è Michele Rech ed è uno dei fumettisti più influenti dei nostri tempi. Abbiamo parlato con lui di serie tv, libri, progetti futuri e, del “suo” film. E lui ha dedicato ai lettori un disegno esclusivo sul Trono di Spade

Zerocalcare è un tipo ansioso. Un tipo ansioso che lavora con i tipi della Bao Publishing. 
Ha le sue paure, i suoi sogni, il suo modo di vedere il mondo. Ed è proprio grazie a questa sua particolare visione (delle persone, dei fatti, di quello che lo circonda) che è diventato famoso. Zerocalcare in realtà si chiama Michele Rech e, nonostante la sopravvenuta fama (il suo primo libro, La profezia dell’armadillo, ha venduto quasi 50.000 copie ed è alla nona ristampa), continua a dare ripetizioni ai ragazzi (come ben sa chi segue il suo blog). È un fumettista figlio dei suoi tempi: uomo d’economia e di spettacolo, diciamo così, cioè profeta dei soldini (quelli del Mulino Bianco) e dipendente dalle serie tv. I suoi disegni sono la sua vita, in tutti i sensi: semplici e intuitivi, raccontano una dimensione domestica che è assieme autoreferenziale e politica, cultura popolare e mitizzazione del privato come estrema forma di resistenza. È un tipo ansioso, dicevamo. E l’abbiamo capito fin dalla nostra prima domanda, quando gli abbiamo chiesto come sta vivendo il suo status di icona/realtà del fumetto italiano. «In realtà io c’ho l’ansia continua che se interrompo il blog per sei mesi tutti si saranno scordati di me. D’altra parte se lo continuo tutti si stuferanno a breve, quindi non la vedo per niente come una situazione stabile. Continuo a dare ripetizioni ai ragazzini proprio per avere un paracadute quando tutto si sarà sgonfiato».

Un po’ difficile, visto che ogni volta che pubblichi qualcosa di nuovo fai il botto
«È che a me fa sempre paura quello che viene dalla Rete, mi sembra roba estremamente transitoria e passeggera. Guarda Messenger, ce l’avevano tutti 7-8 anni fa, sembrava IL sistema di chat… Mo’ manco so se esiste ancora. E poi quella cosa che dici te è anche un limite in certi casi, nel senso che io ho trovato un mio linguaggio, con cui mi viene facile raccontare e che in questo momento funziona. Però io quello so fare, non altro… Quando provo a cimentarmi in un diverso tipo di narrazione, finisce che mi incaglio».

Il tuo unico esperimento in questo senso è stato Dodici. Ci sarà un seguito?
«Io non l’ho pensata come una storia a puntate, però la sua funzione era quella di farmi “staccare” da un fumetto estremamente pesante che stavo disegnando. Mi serviva prendermi una pausa, e aprire una specie di finestra su un universo parallelo, quello con gli zombie. Può essere che la prossima volta che avrò bisogno di una pausa decida di riaprire quella finestra e raccontare un altro pezzo di quell’universo».

Ultimamente hai detto di stare lavorando su una storia molto, molto personale. Si tratta di qualcosa sulla tua infanzia?
«In realtà è la storia di tre generazioni – mia nonna, mia madre e io – e si snoda tra la Francia e l’Italia. Io ho una storia familiare che per anni mi è stata raccontata in modo parziale, ha sempre avuto mille lacune. Quattro anni fa mia madre mi ha svelato alcune cose che hanno in parte colmato quei buchi, ma sono così intricate che per farci un libro le sto semplificando, sennò usciva un’enciclopedia».

Quali serie tv stai seguendo in questo periodo? Sappiamo tutti che sono la tua linfa vitale mentre disegni/lavori.
«Allora! (pausa lunghissima, ndr) Per le serie del pranzo: Sons of Anarchy, Mad Men e Grey’s Anatomy. Per le serie della sera: Scandal, Il Trono di Spade, The Following, House of Cards, True Detective, Agents of S.H.I.E.L.D. e Sherlock. Per le serie da batteria, quelle che guardo a rotella mentre lavoro, mi sono ridotto a Downton Abbey».

La domanda viene quasi spontanea: qual è il tuo personaggio preferito del Trono di Spade?
«Il nano e i draghi, so’ scontato».

Perché Tyrion?
«Mi pare sia l’unico sano di mente di tutta la cricca. In realtà però sogno un triumvirato: il nano, Arya e i draghi che governano insieme il mondo». […]

Leggi tutta l’intervista su Best Movie di giugno, all’interno della nostra nuova rubrica sul mondo dei fumetti: Dentro le nuvole.

Ecco il disegno esclusivo che Zerocalcare ha dedicato ai lettori di Best Movie, pubblicato (e ritagliabile) su Best Movie di gigugno

 

 

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