La prima giornata del Best Movie Comics and Games va in archivio con due ultimi appuntamenti: l’anteprima di Bad Boys: Ride or Die e lo speciale incontro con Zerocalcare, ospite della manifestazione anche negli scorsi anni, con grande piacere del pubblico.
Questa volta il fumettista di Rebibbia non è venuto per dare i voti a tutto l’Universo Marvel, e neppure per presentare una sua nuova serie Netflix, ma per parlare del suo nuovo lavoro letterario: Quando muori resta a me, del quale potete leggere QUI la nostra recensione.
Un racconto più personale rispetto alla sua recente produzione, condizionata da temi politici e sociali pressanti: «Mi chiedono di parlarne e le emergenze non finiscono sulla base di quello che io posso spiegare. Mi capita però di alternare, l’ultimo libro uscito non politico era Scheletri [2020, ndr], ma volevo un sacco fare questa perché mi sembra va giusta, per riequilibrare i pesi narrativi delle cose che faccio. Mi va di raccontare cose che mi smuovono dentro, a livello intimo e profondo» ha raccontato Zerocalcare.
Il tema alla base è quello dell’incomunicabilità tra figli maschi coi padri: «Mi ha richiesto coraggio l’idea di affrontare con mio padre cose di cui non sappiamo parlare – ha confessato -. Gli ho fatto leggere cose che non gli dirò mai, lui non ha mai risposto ma non ha messo nessun veto». Ma quanto c’è di vero quindi in Quando muori resta a me? «Tutti i dialoghi sono quasi documentaristi – ha detto Zerocalcare -. Ho fatto un viaggio in macchina con lui dopo aver scritto questa roba, l’ho imbeccato per vedere se rispondeva uguale… oh, pareva avesse letto il copione».
Nei flashback in Veneto, in molti hanno visto qualcosa di un affermato autore come Gipi: «Non volevo copiarlo, ha una coltezza di poesia e padronanza del mezzo che me magna in testa, quindi non c’è lui nello specifico». Questo anche perchè, rispetto al passato, Zerocalcare è un autore più autonomo: «Se penso a un fumetto so farlo dalla A alla Z, ma questo vuol dire che c’è un grado di prevedibilità sia da parte mia che per il lettore. La mia cifra è codificata, non posso prendermi il rischio di fare cose che non c’entrano niente. Anche se sperimento, l’80% deve essere la solita roba. In questo caso, la parte di diario è una sperimentazione, ma dentro una narrazione rassicurante».
Come da cifra del personaggio/autore, anche per l’uscita di questa nuova opera Zerocalcare temeva un insuccesso: «Ormai ho una distanza anagrafica sempre più pronunciata rispetto a certi lettori, come gli universitari – ha ammesso il fumettista -. In più escono sempre più cose mie e temevo che la gente non lo percepisse come una novità. Alcune prese politiche mie recenti, come la questione del Lucca Comics o di Ilaria Salis, sono state molte divisive. Pensavo che il fenomeno fosse finito, che non ci fosse più pubblico».
E invece… 70.000 copie in un solo mese, giusto per ribadire che Zerocalcare è ancora un autore seguitissimo in Italia. Quando muori resta a me è edito da Bao Publishing ed è disponibile nelle librerie.
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