GRRM: «Il nostro è lo show più piratato del mondo. In un certo senso è un complimento. So che la maggior parte della pirateria avviene in Australia, dove, non so per quale motivo, la serie tv arriva in ritardo di sei mesi. Per questo il pubblico è tanto ansioso di vederla. Penso che cinema e televisione siano nel bel mezzo di una rivoluzione da questo punto di vista. Il vecchio modello, per cui gli show venivano prima fatti in America e poi venduti ad emittenti straniere, che li trasmettevano quando volevano, è crollato quasi del tutto. Ormai si parla di mercato globale. La stessa cosa riguarda il settore delle pubblicazioni. Le mia case editrici inglesi e americane coordinano l’uscita del mio ultimo libro per farlo uscire in contemporanea. Ma grazie ad Amazon e altri portali di vendita, se un libro esce prima in un paese rispetto ad un altro, il ritardatario perde migliaia di vendite, perché la gente ha già pre-ordinato il romanzo. Prendiamo Netflix, che diffonde serie mai andate in onda prima. Penso che nessuno possa dire dove porterà tutto questo. Non appena pensi di aver capito come funziona, arriva un’altra innovazione che cambia le regole. Ma io non mi preoccupo: scrivo di vicende ambientate nel Medioevo, dove comunicavano attraverso messaggi legati alla zampa di un corvo, e senza un cavallo non andavano da nessuna parte. Quindi, io continuerò a raccontare le mie storie, il resto lo lascio a chi di queste capisce molto di più. Ridurre la pirateria non è semplice. Se Il trono di spade uscisse in contemporanea sia in Australia che in America, gli australiani non lo scaricherebbero così tanto».
© RIPRODUZIONE RISERVATACosa ne pensi del fenomeno della pirateria?
Parla George R. R. Martin, l'autore del ciclo fantasy Cronache del ghiaccio e del fuoco su cui si basa la serie della HBO Il trono di spade