Lost: perché è un capolavoro - Il binomio fede e scienza
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Lost: perché è un capolavoro – Il binomio fede e scienza

Il regista Fabio Guaglione, appassionato della serie, ci spiega perché l'opera è un evento mediatico senza precedenti. E afferma che le risposte ai misteri ci sono, basta unire i puntini...

Lost: perché è un capolavoro – Il binomio fede e scienza

Il regista Fabio Guaglione, appassionato della serie, ci spiega perché l'opera è un evento mediatico senza precedenti. E afferma che le risposte ai misteri ci sono, basta unire i puntini...

Fabio Guaglione, il regista del duo Fabio & Fabio che ha realizzato i cortometraggi premiati in tutto il mondo Afterville, Silver Rope ed Eden, da grande appassionato condivide con i lettori di Best Movie un’approfondita analisi sul serial che ha rivoluzionato il genere, Lost.

(segue da) Nessuna altra opera aveva analizzato finora in maniera così bilaterale questo dualismo alla base della nostra interpretazione della realtà. Del nostro modo di vivere. Viviamo in un’era in cui le scoperte della fisica dei Quanti stanno ricongiungendo la spiritualità con la scienza, facendo capire all’Uomo che entrambe le strade portano alla stessa conclusione. Lost racconta questo. Mostra come lo stesso evento possa essere interpretato come un miracolo o un fenomeno scientifico, a seconda di chi lo sta osservando. Spiega scientificamente e filosoficamente come un atto di fede possa generare un fenomeno fisico, e viceversa (la serie è costellata di elementi di questo tipo, il finale ne è un esempio). E allora, anche schiacciare un semplice bottone diventa un modo di mettere alla prova ciò in cui crediamo. E’ ciò in cui crediamo a fare la differenza nelle nostre vite. A costruire la nostra realtà. La storia di Lost comincia appunto quando i personaggi hanno “perso” ciò in cui credevano e si conclude nel momento in cui l’hanno ritrovato.

Ad incarnare questi temi, tramite i personaggi, abbiamo il più grande cast mai assemblato di un’opera televisiva o forse di un’opera e basta. Attori come Terry O’Quinn (Locke) o Michael Emerson (Ben), vincitori di Emmy award ma meritevoli di molto di più, sanno far vivere i loro personaggi attraverso una serie infinita di espressioni facciali e inflessioni del tono di voce quando pronunciano le loro battute (ps: se non avete mai visto Lost in lingua originale, allora non avete mai visto Lost). Josh Holloway (Sawyer) ad esempio viene spesso sottovalutato per il suo aspetto fisico ma è un attore in grado di farvi ridere e piangere, come vuole. Anche lo stesso Josè Garcia (Hugo) nel finale ci fa commuovere tanto quanto ci ha fatto ridere negli ultimi sei anni, con un semplice “no”, pronunciato con degli occhi pieni di disperazione, rivelando il suo assoluto senso di lealtà a Jack. (continua)

Lo speciale continua, diviso in capitoli:

Le lacrime

Gli ultimi minuti

«Un messaggio semplice»

La teoria spirituale

La teoria scientifica

I punti forti

Il linguaggio

I personaggi

Il binomio fede e scienza

I misteri

Una mania collettiva

L’utilizzo dei media

«Let it go»


Leggi lo speciale Lost: perché NON è un capolavoro


Inoltre, per conoscere tutto di Lost:

Guarda il video delle domande irrisolte
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Leggi la guida a Lost

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