Fabio Guaglione, il regista del duo Fabio & Fabio che ha realizzato i cortometraggi premiati in tutto il mondo Afterville, Silver Rope ed Eden, da grande appassionato condivide con i lettori di Best Movie un’approfondita analisi sul serial che ha rivoluzionato il genere, Lost.
(segue da) Ad una prima lettura, la realtà alternativa è una sorta di purgatorio dopo la morte. Un passaggio dimensionale tra la nostra realtà (tutto ciò che è successo sull’isola), e qualsiasi cosa ci sarà dopo. E’ una dimensione senza spazio e senza tempo (“there’s no now, here”), che Jack, assieme a tutti i Losties, ha creato. Dopo essere morti (chi sull’isola, come Jack o Juliet, chi magari anni dopo sulla terra ferma, come Sawyer e Claire), i nostri personaggi si incontrano un’ultima volta per cercare un’ultima forma di redenzione. Per questo Kate dice a Jack «mi sei mancato moltissimo», perché dopo aver abbandonato l’isola, ha vissuto tutta una vita senza Jack. Per poi rincontrarsi in questo mondo plasmato dai loro desideri di come avrebbero voluto la loro vita. Ma è il momento di andare avanti. Let it go. Move on. Whatever Happened, happened. C’è anche chi, come Ben o Ana Lucia, si è macchiato di grandi colpe in vita e non può ancora accedere a ciò che è oltre di essa. Desmond ha il ruolo di traghettatore verso il “dopo” e per farlo non può che far prendere coscienza ai losties di tutto ciò che è successo, di tutto ciò che hanno fatto in vita, di tutto ciò per cui hanno lottato, di tutto ciò che hanno raggiunto, e di tutto ciò per cui hanno vissuto e per cui sono morti. Il percorso di vita, morte e rinascita, è ora completo. (continua)
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