Fabio Guaglione, il regista del duo Fabio & Fabio che ha realizzato i cortometraggi premiati in tutto il mondo Afterville, Silver Rope ed Eden, da grande appassionato condivide con i lettori di Best Movie un’approfondita analisi sul serial che ha rivoluzionato il genere, Lost.
(segue da) Anche da questo punto di vista, Lost non è stato solo un serial ma un’esperienza. Non a caso, il progetto mediatico correlato a Lost si chiamava “The Lost Experience”. Ovvero un modo di raccontare aspetti collaterali della storia attraverso un innovativo uso di finti siti web collegati alla Dharma & co, viral su internet, libri, trasmissioni radio, ecc… Gli americani definirebbero questa tecnica “trans media”; Lost è stato il primo serial (a memoria, la prima opera?) ad usare i media in una maniera trasversale, facendo entrare l’entertainment di fatto nella sua nuova era, assottigliando il confine tra realtà e fiction.
Un confine sottile, in quanto Lost, pur adottando un format di serial, presenta molti aspetti anticonvenzionali che lo avvicinano più alla vita stessa che a una semplice opera di narrazione. Alcune risposte ci sono, altre no, sta a noi trovarle. Sta a noi dare un senso a ciò che abbiamo visto. Sta a noi decidere se ciò che ci accade abbia un senso o no.
Tutto questo posiziona Lost al di sopra degli standard qualitativi delle opere narrative di qualsiasi media o periodo storico. Lo fa diventare un’esperienza emotiva e cerebrale, rendendolo di fatto eterno. Non è un semplice racconto che milioni di persone hanno osservato. E’ un fenomeno collettivo a cui hanno, abbiamo, partecipato. (continua)
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