Lost: perché NON è un capolavoro - I personaggi
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Lost: perché NON è un capolavoro – I personaggi

Dopo aver letto lo speciale del regista Fabio Guaglione, un nostro lettore risponde punto per punto con interessanti argomentazioni, infiammando il dibattito sulla serie di J.J. Abrams

Lost: perché NON è un capolavoro – I personaggi

Dopo aver letto lo speciale del regista Fabio Guaglione, un nostro lettore risponde punto per punto con interessanti argomentazioni, infiammando il dibattito sulla serie di J.J. Abrams

In risposta all’articolo (eccessivamente) entusiasta di Fabio Guaglione (che consiglio caldamente di leggere in generale, ma che è assolutamente necessario leggere per comprendere i punti salienti delle obbiezioni che propongo).

Leggi I personaggi di Guaglione.

I personaggi

(segue da) Sui personaggi abbiamo già detto. Comunque accidenti, anche qui siamo pienamente d’accordo. Più o meno. Perché io penso che questi personaggi così veri, così tridimensionali, anche quelli minori, alcuni, almeno fino a un certo punto, (perché appunto nella sesta stagione non è proprio sempre così: Jacob e suo fratello con la loro madre/matrigna sono piuttosto piatti, talvolta al limite del macchiettistico. Personaggi di cartone dei peggiori fumetti popolari. Non hanno un desire logico e agiscono senza motivazioni chiare o esplicite e appaiono quindi alla fine terribilmente bidimensionali), meritassero di terminare il loro percorso, lasciando intendere agli spettatori – senza trucchi da quattro soldi – per cosa fossero vissuti e morti. Perché altrimenti, con questo finale, anche le motivazioni dei personaggi principali non vengono portate a compimento e perdono forza, e con esse anche tutte le loro azioni che li hanno portati fin là. (continua)

Gli altri “capitoli” di Lost: perché NON è un capolavoro

Le lacrime

Gli ultimi minuti

Un messaggio semplice

La teoria spirituale

La teoria scientifica

I punti forti

Il linguaggio

I personaggi

Il binomio fede e scienza

I misteri

Una mania collettiva

L’utilizzo dei media

Let it Go

Vai allo speciale Lost: perché è un capolavoro.

Per conoscere tutto di Lost:

Guarda il video delle domande irrisolte
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Alfonso Papa ha frequentato il master biennale in Tecniche della narrazione presso la scuola Holden di Torino. Tra le altre cose ha collaborato con la casa editrice Einaudi in qualità di lettore e ha lavorato su alcuni set cinematografici, tra cui Radiofreccia di Luciano Ligabue e Un amore di Gianluca Tavarelli. Dal 1999 al 2007, prima per l’Associazione Cinema Giovani e poi per il Museo Nazionale del Cinema, si è occupato dell’organizzazione del Torino Film Festival. Attualmente lavora in qualità di production manager per la Film Commission Torino Piemonte. Lo scorso marzo era tra i giurati della manifestazione cinematografica Piemonte Movie 2010.

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