1921 Il mistero di Rookford: la recensione di Adriano Aiello
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1921 Il mistero di Rookford: la recensione di Adriano Aiello

1921 Il mistero di Rookford: la recensione di Adriano Aiello

Nell’Inghilterra dell’immediato dopoguerra (1921) una donna molto intelligente si guadagna un credito per la sua capacità di mostrare i limiti del pensiero irrazionale e per la risoluzione scientifica di una serie di casi su cui aleggia il tema dell’occulto e della superstizione. Contattata da un ex militare distrutto dal suo passato in guerra, a risolvere il caso di una morte misteriosa in un collegio di campagna, si troverà di fronte a una serie di evidenze che scardineranno il suo sistema di pensiero.

Il cinema di fantasmi rimane uno dei più legati alla forma e alla modalità di costruzione e di rappresentazione della paura – ancora di più che l’horror in generale – a causa del continuo rimando a situazioni che il pubblico conosce alla perfezione. Sottogenere nobilitato (per chi bolla l’horror più sanguigno come stupido e malsano) dal basso livello di esposizione alla violenza, dalla riflessione dicotomica tra scienza e religione e dalla vicinanza a un genere “alto” come il melodramma, trova linfa vitale negli angoli oscuri del nostro inconscio.
Il mistero di Rookford si accoda diligentemente ai dettami del genere disegnando con garbo un’ambientazione gotica e rifacendosi a luoghi, atmosfere e suggestioni altamente codificate (“sembra quel film lì, con Nicole Kidman… ah si The Others”, sarà la frase che sentirete più alla fine del film), ma trova anche modo di raccontare in modo credibile una protagonista (la sinuosa Rebecca Hall), incapace di superare il suo doloroso passato. Per una buona parte del film la cosa funziona, grazie anche agli interpreti e a un discreto tocco registico, ma nella seconda parte tutto si sfilaccia e la risoluzione dell’enigma si fa farraginosa e carica di riferimenti fin troppo banali.

Leggi la trama e guarda il trailer del film

Mi piace:
La buona gestione del mistero e il lavoro di scrittura sulla protagonista.

Non mi piace:
L’assenza di coraggio nel prendere strade diverse, magari dando più spazio ad un  personaggio controverso come quello del giardiniere, le cui azioni appaiono inutili ai fini della storia.

Consigliato a chi:
Ama le atmosfere e i temi dell’horror psicologico.

Voto:
3/5

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