Abel Morales (Oscar Isaac), un immigrato che ha fatto fortuna in America, ha una bella moglie, Anna (Jessica Chastain), una bella casa, una bella famiglia con bambine, ed un proficuo lavoro nel settore del trasporto e distribuzione del petrolio. Ora sta per concludere un importante affare con l’acquisto di una vasta area di deposito, ma una serie di concorrenti lo ostacolano derubando i tir e i suoi conducenti e per di più un detective gli sta alle costole indagando su presunte irregolarità.
Pur vedendo la corruzione, i soprusi e le pressioni che gravitano attorno a lui, Abel sceglie di non agire con violenza o con altrettanta illegalità. Anche nell’ambito famigliare cerca di mantenere un equilibrio quando si creano contrasti con la moglie, che forse sarebbe disposta a scendere a qualche compromesso o ad occultare prove eventualmente rischiose. La sua è la lotta dell’uomo solo contro tutti, di chi vuole contrapporre la propria integrità e rettitudine alla spietatezza di un mondo subdolo e contaminato. Abel comprende, valuta ed è pronto anche a ricevere i colpi della sorte, in attesa del momento giusto per agire e forse colpire a sua volta.
Il film è condotto con mano sicura, procede con lentezza ed ha una regia tradizionale, sorretta da ottimi dialoghi, interpreti perfetti e da un’atmosfera volutamente dimessa. Sullo sfondo una New York gelida come l’inverno in cui il film è ambientato, nell’anno statisticamente più drammatico quanto a violenza nella storia della Grande Mela. Sembra di essere dalle parti di certi film di Sidney Lumet o di James Gray (“The Yards” e “I padroni della notte” su tutti) per le tematiche legate alla giustizia, alla corruzione cittadina e all’individuo diviso tra il suo microcosmo famigliare ed il macrocosmo esterno.
Nonostante non fossero stati scelti per primi (inizialmente le parti furono offerte a Javier Bardem e Charlize Theron), funzionano perfettamente i due protagonisti: Oscar Isaac recita in modo equilibrato ed incarna in modo credibile l’uomo integro ma dallo sguardo costantemente inquieto, mentre Jessica Chastain si conferma tra le migliori attrici in circolazione, divisa tra il ruolo della madre che protegge l’equilibrio e la facciata borghese della famiglia e quello della moglie che comprende ma fatica a giustificare la morale del marito. Meritata la candidatura ai Golden Globe 2015 come miglior attrice non protagonista.
“1981: indagine a New York”, titolo un po’ vecchio stile e meno efficace dell’originale “A most violent year”, è un film di nicchia e dalla struttura solida, avvincente nei dialoghi e limpido nel tratteggiare caratteri e una certa cupa atmosfera, che tende a sfatare, tra le altre cose, il mito del sogno americano. Non ci aspetti sparatorie, inseguimenti e colpi di scena, né tanto meno indagini a sfondo thriller, perché il film è ben altro. Arrivato da noi con due anni di ritardo grazie ad una distribuzione coraggiosa, è una pellicola da scoprire e apprezzare come antidoto a tanta cinematografia usa e getta che invade le nostre sale.