“Man on a Ledge”. È questo il linguaggio in codice con cui viene identificato chi è pronto a suicidarsi con un salto nel vuoto. E le stesse parole echeggiano nella centrale di polizia quando Nick Cassidy (Sam Worthington), sull’orlo del cornicione del 22esimo piano di un grattacielo di New York, minaccia di fare “il grande passo”. Ma Nick non è uno dei soliti aspiranti suicidi e questo gesto estremo è solo il primo tassello di un piano molto più ampio. Infatti, mentre Nick attira su di sé tutta l’attenzione, in un vicino grattacielo è in corso una rapina guidata da lui stesso.
Il format di 40 carati ricorda quello di In linea con l’assassino, con un Colin Farrell intrappolato in una cabina telefonica e tenuto sotto tiro da un cecchino. Ma il film non riesce neanche lontanamente a ricreare la stessa atmosfera claustrofobica e a mantenere lo stesso livello di pathos e tensione. A rovinare l’aura di mistero che avvolge la figura del protagonista ci pensano, infatti, dei lunghi flashback iniziali che svelano, senza mezze misure, il passato di Nick e le ragioni che lo hanno portato su quel cornicione. Non riesce a convincere neanche la coppia di fidanzatini che si addentra in un grattacielo per compiere la rapina. I due, infatti, si perdono in inutili siparietti romantici che, invece di smorzare la tensione del film, contribuiscono solamente a rendere più inverosimile tutta la situazione. Come quando lei resta in bikini, sfoggiando un fisico da modella, o quando allude alle sue prime esperienze sessuali suscitando la gelosia del suo ragazzo.
Nonostante le interessanti premesse, il film risente insomma di una sceneggiatura priva di colpi di scena e con un finale fin troppo affrettato.
Leggi la trama e guarda il trailer
Mi piace:
Interessante l’idea di ambientare parte del film sul cornicione del 22esimo piano di un grattacielo.
Non mi piace:
Non ci sono colpi di scena significativi e il finale è troppo affrettato.
Consigliato a chi:
A chi ama i thriller senza pretese.
Voto:
2/5