Tratto dal romanzo di Carlo Bonini edito da Einaudi, ACAB (acronimo di All Cops Are Bastards) è il film d’esordio di Stefano Sollima, regista della serie tv Romanzo criminale. Narra le vite di tre celerini, il corpo di polizia che si occupa di lavori “scomodi” come lo smantellamento dei campi rom. Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro e Marco Giallini offrono ritratti convincenti di tre uomini violenti e fascisti, che mescolano professione e vita privata, capaci di picchiare la moglie ma anche di salvare un giardino inquinato da bifolchi. Tre “fratelli” uniti dalla condivisione di precise regole morali, messi sotto processo dai tribunali (per l’uso della violenza) e dalla vita (a uno viene negato di vedere la figlia, un altro non riesce a recuperare il rapporto con il figlio). Ne esce una fotografia di un’Italia inedita, su cui il regista sospende il giudizio e lo affida allo spettatore. Anche se è difficile non provare di simpatia per questi uomini a modo loro eroici, che spendono le domeniche negli stadi a prendere sassate e insulti e in cambio non hanno molto di più che l’eco di una cantilena («Celerini, figli di p…») che accompagna il film e le loro vite.
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Mi piace
Che non si prenda una posizione e non si accusi, ma si fotografi soltanto la vita di tre uomini. Un modo intelligente per invitare il pubblico a riflettere.
Non mi piace
Certe scene di massa potevano essere rese in modo maggiormente realistico.
Consigliato a chi
Ha voglia di vedere un pezzo d’Italia riguardo al quale i pregiudizi prevalgono sui giudizi.
Voto: 4/5
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