Re Giorgio VI (Samuel West), il re che balbetta, quello – per capirsi – de Il discorso del Re, fa visita a Franklin Roosvelt (Bill Murray) nella sua tenuta di campagna, sulle rive dell’Hudson. Siamo nel 1939 e l’obiettivo è quello di convincere il presidente americano a entrare in guerra (il conflitto è imminente) e sostenere gli Alleati in Europa contro i Nazisti. In realtà, tutto si svolge come una buffa riunione familiare, in cui il vero confronto è fra l’attitudine libertina di Roosvelt, e la goffaggine puritana dei reali inglesi. Due differenti culture che si specchiano in due differenti personalità, cercando però fattivamente la strada un punto di contatto e una prospettiva politica comune.
Nel frattempo, nella vita di Roosvelt entra Daisy, una cugina di quinto grado, chiamata a casa del Presidente per alleviarne alcuni “fastidi” legati alla sinusite. La relazione che si instaura ben presto tra i due è di intimità coatta, e sottende un maschilismo per nulla mascherato (che oggi sarebbe definito semplicemente “molestia”). Dalla posizione privilegiata che quella relazione le consente, e dal legame emotivo che la lega ben presto a Roosvelt (il modo in cui Daisy cede consenziente all’invasione della propria intimità è tutto tranne che politicamente corretta), la donna ha la possibilità di rivedere completamente la propria opinione su uno degli uomini più potenti al mondo, e sul più amato in assoluto sul suolo americano.
Le due tracce seguite dal film si scambiano di ruolo in continuazione, spostando con estrema naturalezza sia il fulcro della storia, sia i confini dei concetti di pubblico e privato. E facendo di A Royal Weekend una divertente, colta, e per nulla superficiale riflessione su come la politica e le conseguenze che ha sulle vite di tutti, siano molto più spesso una questione di costumi e di umori, che non di strategie studiate a tavolino.
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Mi piace
Pubblico e privato, Storia e storie, raramente si fondono con un equilibrio così piacevole e popolare.
Non mi piace
Le ragioni di Daisy e del suo abbandono emotivo al Presidente sono solo suggerite, e potrebbero spiazzare qualcuno.
Consigliato a chi
Agli amanti di un cinema leggero, ma istruttivo e raffinato
Voto: 4/5
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