A Simple Life: la recensione di Paolo Sinopoli
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A Simple Life: la recensione di Paolo Sinopoli

A Simple Life: la recensione di Paolo Sinopoli

Abituati al ritmo incalzante del cinema americano, A Simple Life potrebbe non sembrarvi la scelta più adatta per passare una serata al cinema. Ma dietro le apparenze si nasconde un ritratto delicato e asciutto, fatto soprattutto di gesti e di sguardi, che punta a toccare il cuore più che a emozionare lo spettatore con i soliti cliché che tutti conosciamo.
Il film racconta la storia di Ah Tao (Deanie Ip), da 60 anni al servizio della famiglia del suo attuale datore di lavoro Roger (Andy Lau), un giovane produttore cinematografico di cui lei si prende cura come se fosse suo figlio. Quando un infarto costringe Ah Tao a lasciare il lavoro e a ritirarsi in una casa di cura per anziani, sarà Roger a dedicare tutte le proprie attenzioni alla donna che lo ha cresciuto. Un misto di gratitudine, riconoscenza e affetto, senza amarezza o costrizioni morali. Mentre inizia il tramonto della sua esistenza, ogni particolare della vita di Ah Tao, anche il più drammatico, viene guardato con amore e ironia, e perfino il tema della morte non viene esorcizzato, essendo dipinto come una parte naturale della vita dell’uomo.

Insieme a questa commovente amicizia tra “madre e figlio”, A Simple Life rivolge anche una implicita condanna di ogni superficialità sociale, in un mondo che giudica sopratttutto in base alle apparenze. Come quando il ricco Roger viene scambiato per un taxista o un idraulico, a causa dei suoi vestiti old-fashion. Attorno ai due protagonisti, anche i personaggi secondari che vivono con Ah Tao nella casa di cura per anziani – dalla donna abbandonata da tutti e mantenuta dallo Stato, al simpatico direttore dal fragile autocontrollo che ha un debole per i festini a luci rosse – sono descritti con sensibilità ed empatia.

Ispirato alla storia vera del produttore, che ha voluto così rendere l’ultimo saluto alla donna che ha lo ha servito con amore per tutta la vita, A Simple Life ha commosso il pubblico della scorsa edizione del Festival di Venezia, aggiudicandosi anche la Coppia Volpi per la Miglior attrice protagonista.

Mi piace:
Il feeling incredibile che si crea tra i due protagonisti e l’accento del film sulla bellezza di una vita spesa per un altro.

Non mi piace:
Sarebbe stato bello scoprire qualcosa di più del passato di Ah Tao.

Consigliato a chi:
Per chi non è spaventato dal vedere un film orientale e minimalista, ma vuole invece scommettere su una storia di amicizia, dove contano più i gesti di tante parole.

Voto:
4/5

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