Un’altra storia nella Storia e per una volta una storia vera, un biopic con un lodevole tentativo glocal, il mic ch’almen’in parte retroagisce sul mac. Non ho ricevuto l’impressione ch’il punto debole del film consistess’in chissà cosa: è la Pike che non risulta mai credibile, quasi ch’il ruolo assegnatole da Fincher l’abbia segnat’a vita. Non assomiglia fisionomicamente alla Ruth Williams che s’intravede durante gl’end credits, non c’è intesa con Oyelowo e si fa rubare la scena da chiunque. Questa non è mancanza di forza dello script nel tratteggiar’il suo personaggio: un attore recente (e a dir poco decente) come D.S. Hoffman bucava lo schermo a prescindere. Quindi direi semmai un problema di casting, però non così grave da giustificare l’insufficienza dat’al film. Ho letto che ci sarebbe del ricattatorio: la critic’anglofona si sarebb’attestata sul 6,5 più per il politically correct che per un intrinseco valore del film. Concedo che nel dramedy convinca più il 1° elemento del 2°, ma già il 1° bast’e avanza per controbilanciare qualch’eccesso di romanticismo (non sia mai, anche se racconta d’una
love story davver’accaduta e anche se scagli la prima pietra chi, da innamorato, ha saput’evitare simili eccessi). Ma vaffanculo.