Ad Astra: la recensione di Mauro Lanari
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Ad Astra: la recensione di Mauro Lanari

Ad Astra: la recensione di Mauro Lanari

Ben poco d’aggiungere a quanto già stato detto e scritto. L’aporia d’una seduta psicoanalitica ben riuscita e “Heart of Loneliness”, Conrad o Coppola dall’odissea nello spazio interiore a quella nello spazio profondo, fr’Antonioni, Tarkovskij e Malick. Cambia la conclusione: invece di “The horror! The horror!”, “The boredom! The boredom!”. Forse metafisicamente più appropriato, ma in questo caso totalmente involontario.
E i rover lunari attaccati dai pirati? “Mad Max”
E il ripescaggio (la riesumazione) di Liv Tayler? “Armageddon” (nel medesimo ruolo)
E il mayday lanciato dalla stazione spaziale di ricerca biomedica norvegese, da molti percepito com’un inserto posticcio rispetto alla storia? Cosa non si escogita pur di mostrare di nuovo assieme una scimmia e un astronauta
Contento per il flop d’incassi

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