Dopo aver dato una personale accezione del fantasy con “Magnifica presenza”, Ferzan Ozpetek ritorna nella terra che quattro anni fa gli ispirò uno dei suoi film più riusciti e apprezzati “Mine vaganti”. Stregato dalla Puglia, Ozpetek ambienta il suo nuovo dramma sentimentale nuovamente a Lecce, assemblando un cast insieme di attori noti e talentuosi, aggiungendo un nuovo nome in cartellone quello di Francesco Arca proveniente dal mondo televisivo, al quale affida il ruolo del protagonista maschile, un personaggio non facile ma anche questa volta Ozpetek ha puntato sul cavallo giusto, e oltre ad aver scelto un cast azzeccatissimo questa volta è riuscito a calibrare molto bene la commedia e il dramma, trovando un sano equilibrio tra i due generi realizzando così il suo film più maturo e più riuscito, rimanendo però coerente col suo modo di intendere il cinema.
Elena è legata da anni con Fabio, con il quale ha instaurato un rapporto di fiducia e duraturo, ma tutto questo viene improvvisamente messo a repentaglio dall’arrivo di Antonio, nuovo fidanzato di Silvia la sua migliore amica. Anche se inizialmente i due hanno parecchi scontri tra i due nasce una relazione. Tredici anni dopo Elena è sposata con Fabio, con il quale ha avuto due figli ma il loro rapporto non va per il meglio, dato anche i continui tradimenti di Antonio. Tutto cambierà quando Elena verrà colpita da una malattia terminale.
“Allacciate le cinture” può contate su una sceneggiatura quasi sempre coerente e profonda, sospesa intelligentemente tra dramma e commedia, regalando gustose risate e anche pianti, e anche su un cast ben affiatato di attori molto talentuosi, avendo ognuno il giusto spazio, avendo l’occasione, per alcuni di loro, di mettere in mostra la loro versatilità e bravura, regalando prove d’attori indimenticabili. Kasia Smutniak ha subito un grande cambiamento fisico, riuscendo alla perfezione nel ruolo di Elena, sfoggiando la sua bravura, riuscendo anche a far emergere molte sfumature del suo personaggio; seppur la parte limitata Paola Minaccioni va dritta al cuore dello spettatore, facendolo sia piangere che ridere, come anche la zia strampalata interpretata da Elena Sofia Ricci, che anch’essa regala momenti esilaranti e altri molto toccanti. Infine anche Filippo Scicchitano emerge con la sua brillante performance, recitando un ruolo tipicamente ozpetekiano, molto complesso. Ozpetek cura anche molto le musiche, usandole come al solito per sottolineare le atmosfere dei suoi film. Se il cinema di Ozpetek ha incantato molti, questo film è un netto passo avanti nella sua carriera, il suo film migliore nella sua, quasi, ventennale carriera.
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