Angry Birds - Il film: la recensione di Daniela Bizzarro
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Angry Birds – Il film: la recensione di Daniela Bizzarro

Angry Birds – Il film: la recensione di Daniela Bizzarro

In un punto non specificato dell’Oceano esiste un’isola abitata da uccellini parlanti, dove tutti vanno d’accordo e sono felici, tutti tranne: Terence, il gigantesco uccello rosso che nel videogioco è in grado di abbattere le fortificazioni porcine con un sol colpo; Bomb, l’uccello esplosivo che tutti i giorni facilita la vita a miliardi di videogiocatori; Cuck, il pennuto giallo veloce e letale e Red, l’anima e il cuore di Angry Bird, il volatile rosso, volto sia del gioco che della pellicola.
Diverso sia nell’aspetto – ha delle enormi sopracciglia che lo rendono lo zimbello degli altri uccelli – che nel modo di fare – è l’unico in tutta l’isola ad essere sempre arrabbiato, Red viene emarginato da tutti gli altri abitanti dell’isola. Ma, sarà proprio grazie al suo caratteraccio, che le uova saranno salvate dagli ingordi maialini verdi.

Razzismo, emarginazione, diversità, riscatto, solidarietà, il regista Clay Kaytis da ai temi sociali più dibattuti del momento le sgargianti tonalità degli uccellini di Angry Birds, trasformando la pellicola in una sorta di pozzo senza fondo di lezioni morali, in grado di far impallidire la Disney dei tempi migliori. Tradendo appieno il filone comico a cui, forse, il film era destinato a prendere parte, Angry Birds può essere considerata a pieno titolo una pellicola didattica, che cerca di trasmettere allo spettatore, grande o piccino che sia, un messaggio molto importante: la rabbia, sentimento in genere riservato ai “cattivi” delle pellicole, qualche volta può essere anche un sentimento positivo, la spinta giusta per dar vita a grandi cambiamenti.
Di certo Angry Birds – il film non è destinato ad entrare nella lista dei cartoni animati “indimenticabili” e probabilmente, una buona parte dei videogiocatori che si recheranno al cinema per vedere sviluppate sul grande schermo le avventure degli uccellini arrabbiati, è destinata a rimanere irrimediabilmente delusa al contrario degli spettatori più giovani, che di sicuro apprezzeranno le poche gang comiche della pellicola, a tratti quasi demenziali

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