Ant-Man and The Wasp
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Ant-Man and The Wasp

Ant-Man and The Wasp

Ant-Man and The Wasp
PANORAMICA
Regia (3)
Interpretazioni (3.5)
Sceneggiatura (3)
Fotografia (3)
Montaggio (3.5)
Colonna sonora (2)
Effetti speciali (4)

Dopo averci portati tra le lontani terre di Wakanda in Black Panther e immersi nel mood funereo del cliffhanger di Avengers: Infinity War, i Marvel Studios realizzano un cinecomic decisamente meno ambizioso, ma non per questo meno funzionale.

Non ci sono paesi esotici da scoprire in Ant-Man and The Wasp, né tantomeno un titano impazzito intenzionato a spazzare via metà dell’Universo. A muovere il racconto, piuttosto, è qualcosa di molto intimo e personale, ovvero la ricerca di un membro della propria famiglia perduto da molto tempo. Non sarà un caso, allora, che il film si apra proprio con un flashback incentrato sulla Janet van Dyne di Michelle Pfeiffer mentre saluta sua figlia prima della fatidica missione che la intrappolerà nel Regno Quantico; dal canto suo, la prima volta che lo vediamo in scena, Scott Lang sta invece amorevolmente giocando con la figlia Cassie.

Ant-Man and The Wasp si gioca tutto entro questi confini familiari rivelandosi il più standalone delle avventure soliste Marvel, nonostante l’inevitabile richiamo ad Avengers: Infinity War nel finale. Nessuna minaccia mondiale, nessuna cospirazione, nessun incombente sacrificio, ma solo 2 supereroi capaci di rimpicciolire che si divertono tra duelli in cucina e inseguimenti in auto, come se la Marvel avesse appositamente deciso di tornare ai suoi toni più ludici e scanzonati dopo i pesi portati dai suoi 2 due precedenti lavori.

Sotto questo punto di vista, il film di Peyton Reed potrebbe essere anche ritenuto un “passo indietro”, e facendo una classifica generale probabilmente Ant-Man and The Wasp non rientrerebbe tra i migliori 10 film dell’UCM; eppure, va detto che l’avventura funziona anche in versione mignon grazie all’ormai collaudatissima formula della major: i tempi comici sono perfetti, il ritmo dell’azione è ben dosato, e non si avverte mai un senso di stanchezza per tutte e 2 le ore di visione. In più, abbiamo l’ingresso in scena di un’icona come Michelle Pfeiffer, mentre tra i comprimari, il Luis interpretato da Michael Peña si conferma una validissima spalla.

Forse questo intermezzo era esattamente ciò di cui avevamo bisogno dopo i molteplici shock di Infinity War, la pausa digestiva prima di tornare nuovamente ad abbuffarsi. Ant-Man and The Wasp non sarà un film indispensabile per le dinamiche dell’Universo Cinematografico Marvel, ma rimane un godibile momento di relax da gustarsi col sorriso stampato sul volto.

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