Arrival: la recensione di Mauro Lanari
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Arrival: la recensione di Mauro Lanari

Arrival: la recensione di Mauro Lanari

“Arrival is based on a story about language, time and love”. Premesso che la teoria psicolinguistica di Sapir-Whorf forse saprebbe prender’in esame i “logogrammi semasiografici ologrammatici” [sic] degl’eptàpodi, però non la comunicazione non verbale (CNV) ch’essi instaurano con la Adams; premesso che Villeneuve s’avvale d’una struttura non lineare come riflesso di coscienze che percepirebbero sempr’i medesimi eventi della tragedia cosmica ma in simultanea (che cùlo); premesso che per dire volemose ben’e facciamo bambini non c’era bisogno di tirar fuori extraterrestri & astronavi; premesso ch’un “non-zero-sum game” indica sol’un gioco con risultato diverso da zero, quindi non necessariamente positivo m’anzi pure negativo; in breve la storia è “un’insalata di calamaroni alieni che mette nero su bianco le regole del loro linguaggio inconsueto (simile ai richiami tra balene) inchiostrand’il loro ovetto kinder spaziale. Buona meditazione”.

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