Atomica Bionda: la recensione di Mauro Lanari
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Atomica Bionda: la recensione di Mauro Lanari

Atomica Bionda: la recensione di Mauro Lanari

“John Wicka” schivaproiettili neopulp è un epigono da smerciare, seguendo gl’imperanti dettami del franchise, giust’a chi ha sviluppato un interesse ossessivo-compulsivo per questo sottogenere, e sono in tanti, troppi. Un altro action che rivaluta dopo 12 anni il vituperato “Æon Flux”, quando la Theron er’ancora giovane con un corpo modellato da 6 mesi di training e fasciato in una calz’elastica da nude look, una fisicità esplosiva fin’al sovrumano, qualcosa di mai (più) visto né in realtà né in fiction. L’anno prima s’era già abbuttit’a dovere in “Monster” con l’overacting adorato da critica e giuria festivaliera, tant’è che le valse l’Oscar. Ora torn’ad autoprodursi, si gioca pure la carta bisex, ma il tempo scorr’inclemente anche per lei e ricorre alla mole di contusioni accumulate durant’i combattimenti come mascheramento antiage. Il box office attesta ch’il trucco, letterale & metaforico, ha funzionato. Tarkovskij e il suo “Stalker” meritano d’esser’inclus’in un simile ciarpame.

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