Un’americanata in perfetto stile “yes we can” è il seguito di Attacco al potere dove già nel primo capitolo ci si poteva abbagliare della potenza mai doma degli stati uniti d’America, ma che con quest’ultimo film si raggiunge l’apice del campanilismo made in U.S.A. La trama vede come, sempre, protagonista l’irriducibile “nuovo rambo” (se vogliamo) guardia del corpo Maik Banning, interpretato ancora da Gerard Butler (Quello che so sull’amore), il quale protegge con le unghie e con i denti il suo presidente a stelle e strisce Benjamin Asher, che ha il volto, anche in questo sequel, di Aaron Eckhart (Il cavaliere oscuro). La location, in questo secondo film, è la capitale di sua maestà la regina Elisabetta II, una Londra mai vista così in ginocchio e sotto scacco da una rete di terroristi islamici senza scrupoli, entrata nel loro mirino come esca per radere al suolo il capitalismo occidentale, rappresentato in grande stile da tutti i capi di governo accorsi nella capitale britannica per le esequie del primo ministro. La scorrevolezza del film intrisa di azione, inseguimenti, esplosioni ed effetti speciali a non finire, viene minata dalle solite, troppe manfrine americane, che ribadiscono a più tratti la figura di vittima e carnefice dell’America, elevata al grado celeste di unica nazione in grado di dominare il mondo e purtroppo la coscienza degli uomini. La regia del film è del regista svedese-iraniano Babak Najafi (Sebbe) e nel cast compare nuovamente, il tuttofare di Hollywood, Morgan Freeman nei panni del portavoce della Casa Bianca Allan Trumbull.
© RIPRODUZIONE RISERVATA