Attacco al potere: la recensione di Marita Toniolo
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Attacco al potere: la recensione di Marita Toniolo

Attacco al potere: la recensione di Marita Toniolo

Una bandiera a stelle e strisce viene fatta cadere ondeggiando al rallenty dal tetto della Casa Bianca e al suo posto ne viene issata una nordcoreana. Un’immagine che fa leva sullo spirito patriottico Usa, che contrassegna questo film “profetico” pensato soprattutto per gli assatanati degli action tutti botte da orbi.

L’Olimpo (nome in codice della dimora presidenziale Usa) è caduto (Olympus Has Fallen recita il sottotitolo) in mano a una cellula di ferocissimi terroristi, che hanno preso in ostaggio il presidente (Aaron Eckhart) e minacciano di ucciderlo se l’esercito statunitense non si ritirerà dal territorio sudcoreano e se la Settima Flotta non lascerà le acque che lambiscono la loro penisola, al fine di unificare tutti i coreani. Tutto sembrerebbe perduto, se non fosse che l’ex capo della scorta presidenziale Mike Banning (un membro delle Forze Speciali caduto in disgrazia per un fatale e tragico incidente) si trova per caso nei paraggi…

Sentendo il titolo e visto il nome di Antoine Fuqua alla regia, si potrebbe ripensare al film omonimo di Edward Zwick o a Training Day, e invece Attacco al potere in questione è un “one action hero show” di circa due ore, in cui l’occhio ceruleo di Gerard Butler – che è anche produttore – lampeggia, mentre il nostro si prodiga in letali mosse di arti marziali con cui abbatte uno dopo l’altro i 40 mercenari guidati dal temibile Kang (Rick Yune).

Se non fosse per droni, effetti speciali digitali e attualità di certi temi, sembrerebbe riesumato da un archivio dell’America reaganiana. A essere differente da quei tempi cinematograficamente propagandistici – sospensione dell’incredulità a parte – è il tasso di crudeltà piuttosto esibito: mentre Bening non fa prigionieri e si prodiga a spezzare colli, accoltellare teste, mitragliare a go go, fare il tiro al bersaglio di precisione (il climax viene raggiunto quando Butler sfonda il cranio a un terrorista con un busto di Lincoln), anche i coreani non sono meno spietati, tanto da prendere a calci nello stomaco il Segretario di Stato (la povera Melissa Leo).

I cattivi alla fine vengono puniti tutti senza remore e con grande soddisfazione, quasi ancora a lenire a ormai dodici anni dall’11 settembre (con tanto di aereo Usa dirottato che spara sulla Casa Bianca) una ferita non rimarginata. Attacco al potere ha battuto sul tempo il gemello di Emmerich, White House Down, entrambi metafora della fragilità sempre più evidente delle istituzioni americane.

Leggi la trama e guarda il trailer

Mi piace
Il ritmo incalzante, il fascino virile di Butler.

Non mi piace
Gli eccessi di violenza.

Consigliato a chi
Ama l’action puro e l’eroe che non fa prigionieri. Ai/alle fan di Butler.

Voto: 3/5

 

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