Assurdo. Egocentrico. Geniale. Ci sono film per la cui intera durata della visione ti chiedi ossessivamente: “ma il regista c’è o ci fa”? Dopo aver curato la sceneggiatura della recente opera Spielberghiana Il ponte delle spie (2015), Ethan e Joel Coen sono tornati dietro la macchina da presa e il risultato è ancora una volta sorprendente: Ave, Cesare!, ambientato nella Hollywood anni ’50.
Le riprese del nuovo kolossal Ave, Cesare! stanno per terminare. Tutto procede bene fino a quando il protagonista Baird Whitlock (George Clooney) non viene rapito da un nugolo di intellettuali comunisti. Sulle sue tracce gli viene messo il fixer Eddie Mannix (Josh Brolin). Come due sopraffini artisti, i Coen sanno di avere tra le mani molte terre di primissima qualità ma invece di abbagliare il pubblico con acrilici colori sgargianti, rovesciano volutamente le boccette sullo schermo lasciando emergere un quadro a metà tra Pollock e Monet. Ecco dunque passare da una doppia-tinta Swinton (Tilda) a un dandy Fiennes (Ralph), il cui “pacato” profumo del foulard avanza elegante nell’aere cinematografico. Uno sguardo altrove ed eccoli immetterci pure una spruzzata di Scarlett-smeraldo (Johansson), il tutto arricchito da un soffuso Jonah-tratteggio Hill per poi lasciarsi trascinare da ulteriori e impreviste Tatum-direttrici (Channing). Ma in questo oceano di impennate attoriali, a ergersi in un gradino più degli altri è il giovane Alden Ehrenreich, qui nelle vesti dell’attore Hobie Doyle, passato (nel film) dalle acrobazie western dov’era un indiscusso protagonista, a ruoli più maturi e drammatici. Il suo difetto di pronuncia e incapacità recitativa sono a dir poco grandiosi. Non oso immaginarlo in lingua originale su cui i cinema italiani continuano a fare gli gnorri.
In un’epoca d’isterismi religiosi infine, l’acume Coeniano si riversa sulle Fedi con tanta di quell’ironia da lasciare incredulo lo stesso Mannix. Facendo un film dove è presente anche la figura di Gesù, è bene evitare qualsiasi futuro problema. Eccolo dunque al medesimo tavolo insieme a un prete cattolico, un pastore protestante, un sacerdote greco ortodosso e un rabbino ebraico. Ma più che a scatenare ire sulla pellicola, sulla quale al massimo viene mossa qualche critica stilistica, sono gli stessi ministri religiosi a darsele sull’eterna questione: Cristo figlio-non figlo di Dio. Ave, Cesare! Ave, Coen!
voto: 4/5
© RIPRODUZIONE RISERVATA