Avengers: Age of Ultron: la recensione di aleotto83
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Avengers: Age of Ultron: la recensione di aleotto83

Avengers: Age of Ultron: la recensione di aleotto83

I più grandi eroi della Terra tornano insieme, dopo aver vissuto individualmente i postumi dell’invasione aliena scongiurata a New York, per affrontare un nemico molto diverso dall’accattivante e in fondo simpatico Loki del primo film.
Questa volta non hanno bisogno di presentazioni, infatti li ritroviamo nel pieno dall’azione, ognuno impegnato a contribuire alla missione con i propri poteri ed armi; senza la supervisione dello S.H.I.E.L.D. e di Nick Fury, i vendicatori sono in sostanziale democrazia, guidati dall’esperienza di Captain America ed equipaggiati con le risorse tecnologiche di Tony Stark/Iron Man che, si sa, porta ancora dentro di sè le cicatrici psicologiche dello scontro con i Chitauri.
Dopo aver sconfitto gli attacchi di panico nella sua più recente avventura solitaria, Stark è ossessionato dall’idea di creare una protezione infallibile per il pianeta che non includa la variabile umana e che possa contemporaneamente liberare lui e i soci dal pesante fardello: non è un caso infatti che abbia iniziato col costruire la “iron legion”, una serie di androidi rivestiti delle sue famose armature, ad affiancare le azioni della squadra.
Ma il passo decisivo lo compie quando, con l’aiuto di Bruce Banner e allo scuro degli altri vendicatori, dà vita ad Ultron, un’ intelligenza artificiale superiore che nelle loro intenzioni dovrebbe garantire la pace sulla Terra.
Peccato che la nuova creatura si dimostri subito instabile, particolarmente ostile al padre putativo, e prenda alla lettera il proprio compito: per eliminare i conflitti dal mondo è disposto a sterminare la razza umana, partendo proprio dagli Avengers.
Il “villain” del titolo incarna in modo inquietante il tema sempre attuale della rivolta delle macchine, lo strumento che si ribella al proprio creatore e tenta di distruggerlo, forte delle sue stesse conoscenze e letale perché, privo di morale, è sempre un passo avanti al ragionamento umano.
In particolare, Ultron è abile a manipolare l’odio di due nuovi personaggi, i gemelli Pietro e Wanda Maximoff, che hanno sofferto per mano involontaria di Tony Stark e per vendicarsi si sono sottoposti ad esperimenti che li hanno potenziati, rendendo velocissimo lui (detto anche Quicksilver, che abbiamo già visto sul grande schermo in “X-Men Giorni di un Futuro Passato” ma in un contesto molto diverso) e dotata di poteri telecinetici e di lettura del pensiero la sorella, detta Scarlet Witch.
Rispetto all’esordio del 2012, questa seconda riunione di supereroi è un film più maturo, di transizione verso le già programmate uscite future, che sa bilanciare bene i momenti più dichiaratamente leggeri, portando ad un livello ancora superiore gli scambi di battute ironiche tra i protagonisti, e l’approfondimento dei personaggi, resi più complessi dalle esperienze che li hanno segnati e dai legami che li uniscono.
Il merito va ancora una volta agli attori, sempre più a proprio agio nei ruoli che ormai hanno fatto completamente propri, a partire dall’incontenibile mattatore Robert Downey Jr, bilanciato dall’ interpretazione più posata di Chris Evans, un Chris Hemsworth che rende Thor un po’ meno serioso e infine l’intensità del rapporto tra i personaggi di Mark Ruffalo e Scarlett Johansson.
Così, tra le tante sequenze di battaglie spettacolari e uno sfoggio continuo di effetti speciali all’avanguardia, abbiamo il piacere tutt’altro che scontato di poter vedere come si evolve la relazione, dapprima di fiducia e poi qualcosa di più, tra Hulk e Vedova Nera, le responsabilità familiari di Clint “Occhio di Falco” Barton e i rimpianti del capitano Steve Rogers per una vita non vissuta.
Molti di questi spunti sono offerti dalle visioni oniriche disturbanti che alcuni dei nostri eroi sono indotti a sognare dal potere manipolante di Scarlet Witch, un espediente narrativo tra i più riusciti di questo capitolo, che causerà, tra varie prese di coscienza, anche la scena più in assoluto distruttiva e incontrollata di Hulk.
Se nel primo film erano la parabola umana e il sacrificio di Phil Coulson, agente dello S.H.I.E.L.D. inventato dalla penna degli sceneggiatori, a far da collante tra i vendicatori per appianare le loro divergenze e perseguire un obiettivo comune, nel secondo non serve più un personaggio umano che guidi lo spettatore come Virgilio tra i superuomini, perché ogni personaggio si scopre vulnerabile e contemporaneamente teme di esporre gli altri al pericolo mortale, soprattutto l’arciere Clint Barton,
che viene valorizzato con una sotto-trama edificante dopo aver fatto a lungo il personaggio di contorno.
I film Marvel hanno abituato il pubblico ad uno standard qualitativo altissimo e si sono evoluti di pellicola in pellicola, ricordo ancora lo stupore che ho provato all’uscita del primo “Avengers” nel vedere come tutto funzionasse alla perfezione grazie al lavoro di un eccellente sceneggiatore/regista come Joss Whedon, che ha saputo creare qualcosa di nuovo ed irresistibile rispettando le diverse atmosfere dei film di ogni singolo supereroe, mescolandole omogeneamente, mostrando lo sforzo collaborativo di ognuno per entrare nel mondo dell’altro, e crescere insieme.
In “Age of Utron”, nonostante non vi sia più l’effetto sorpresa del primo episodio, Whedon riesce a portare avanti il percorso di crescita che nel frattempo, attraverso film audaci come “Iron Man 3”, Thor: the Dark World” ma soprattutto “Captain America: the Winter Soldier”, non si è mai interrotto e anzi ha consolidato le nuove consapevolezze nell’unione dei nostri vecchi amici.
Da qui si procederà ancora in ordine più o meno sparso con nuove uscite in lavorazione per i prossimi anni, fino alle “Infinity Wars” che si preannunciano per il 2018 e 2019, estese in due capitoli ma purtroppo anche definitive.
Fan adoranti, siete avvisati.

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