Avengers: Infinity War: la recensione di aleotto83
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Avengers: Infinity War: la recensione di aleotto83

Avengers: Infinity War: la recensione di aleotto83

Se state leggendo questo, probabilmente siete tra i tanti a percepire questo terzo appuntamento con gli Avengers riuniti come uno dei film più importanti del nuovo secolo: forse perché proprio questo evento collettivo, che esce col titolo di Avengers: Infinity War, segna il decimo anniversario dal primo Iron Man e dalla nascita del Marvel Cinematic Universe come lo conosciamo oggi.
In questi dieci anni gli studios nati da una costola della casa fumettistica e in seguito inglobati dal gigante Disney hanno rivoluzionato l’intrattenimento seriale invadendo il grande schermo due o tre volte l’anno con pellicole ogni volta più innovative, divertenti ed audaci.

E’ ancora fresco il grandissimo successo di Black Panther, che in un paio di mesi soltanto è diventato un fenomeno di costume per l’orgoglio black, ma anche il film Marvel che ha incassato di più finora ed il terzo maggiore incasso di sempre negli Stati Uniti, dietro soltanto a Star Wars – Il Risveglio della Forza e Avatar.
Probabilmente però, date le altissime aspettative, Avengers: Infinity War è predestinato a fare ancora meglio e a stabilire nuovi record, i numeri per farlo li ha tutti: è la diciannovesima avventura della fortunata serie ed è il terzo film del MCU diretto dai fratelli Russo dopo Captain America: the Winter Soldier e Captain America: Civil War, conclude la fase tre di questo inimitabile universo cinematografico e raggruppa tutti i più grandi personaggi visti sullo schermo finora.

Fin qui tutto bene, ma non è facile parlare di un film così atteso senza svelarne qualche aspetto della trama, anzi per non rovinare le numerose sorprese a nessuno si può dire talmente poco che vien da chiedersi se abbia ancora senso cercare di recensire questo tipo di eventi mediatici: nonostante tutto però ribadiamo la nostra politica “no spoiler”, per permettervi di arrivare in sala ben consigliati ma con il senso di meraviglia intatto!

Il cuore di Avengers: Infinity War, più che l’azione e gli effetti speciali, sono ancora una volta i personaggi, caratteri unici che conosciamo da tanto tempo ed insieme a cui in un certo senso siamo cresciuti, condividendo vittorie e sconfitte.
Archiviata la Civil War che aveva spaccato in due la prima formazione dei vendicatori, è sinceramente spassoso vedere i protagonisti di generi così distanti e fino ad oggi divisi interagire per la prima volta, prendersi un po’ in giro e fare squadra: l’incontro tra Thor ed i Guardiani della Galassia, complice forse l’ultima prova più scanzonata del dio del tuono, è decisamente ben riuscito così come l’interazione tra il pratico Tony Stark ed il mistico Doctor Strange.

Eppure fin dalla prima scena si capisce che il tempo di giocare è terminato, paura e dolore prendono subito il sopravvento a causa dell’arrivo della minaccia più grande che i nostri eroi si siano mai trovati a fronteggiare, ovvero il despota galattico chiamato Thanos.
Questo inarrestabile gigante color lilla si aggira per i mondi con una sola idea fissa, cioè quella di riportare l’equilibrio demografico nell’Universo, e per farlo è intenzionato a impossessarsi delle sei Gemme dell’Infinito, che una volta incastonate nel proprio guanto gli daranno poteri illimitati su spazio, tempo e qualsiasi altro elemento conosciuto.
Non è la prima volta che sentiamo parlare di questo plot, anzi alcuni indizi di questa ricerca sono stati disseminati in quasi tutte le pellicole dei supereroi fin dal primo Captain America, per poi trovare una conferma esplicita nell’esordio dei Guardiani della Galassia.
Se ci siamo concessi un consistente rewatch per prepararci bene a questa chiamata, ricordiamo che a parte la gemma dell’anima, la cui posizione è sconosciuta, le altre gemme le abbiamo già viste passare e sparire sotto i nostri occhi: a partire dal Tesseract, il cubo di energia custodito ad Asgard e presumibilmente scomparso insieme ad essa, la gemma verde del tempo è contenuta nel talismano del Doctor Strange, la gemma rossa della realtà è attualmente nelle mani del Collezionista (Benicio Del Toro), l’Orb che contiene la gemma del potere viene custodito dalla Nova Corp ed infine la gemma della mente, dopo aver adornato per tanto tempo lo scettro del malevolo Loki, è parte integrante del vendicatore Visione.
In un meccanismo che potremmo definire da quest movie siamo costretti a seguire il potentissimo antagonista nella propria incessante ricerca dei vari artefatti, mentre travolge con noncuranza civiltà ed oppositori.
Di fronte ad un tale nemico, tutti i nostri eroi si ritrovano a chiedersi se riusciranno a sventare questa minaccia troppo grande, c’è una nota di disperazione che attraversa tutto il film e si insinua nello spettatore: il successo della formula narrativa de Il Trono di spade ha insegnato al pubblico che nessun personaggio amato può ritenersi al sicuro!

Per questo motivo la visione di Avengers: Infinity War è un’esperienza emotivamente provante per ogni vero fan, non ricordo di aver mai assistito ad una simile armonia di reazioni collettive all’interno di un cinema!
Marvel ci ha abituati bene: non si tratta di uno di quei fumettoni pieni di calci e pugni in cui in pratica non succede quasi nulla, in cui i buoni dopo un po’ di tentativi sconfiggono un cattivo mai davvero minaccioso e alla fine tutto torna come all’inizio.. abbiamo già parlato abbastanza di Justice League!
In questo film il villain è sì un pupazzone fatto in CGI, a cui l’attore Josh Brolin dà sostanza interpretativa, ma è soprattutto un antagonista complesso ed implacabile, assolutamente convinto di essere dalla parte giusta.
Thanos è un personaggio grandioso, il vero motore della vicenda, e spesso ruba la scena a tutti gli altri carismatici personaggi principali.
Nonostante la gravità della situazione che si trovano a fronteggiare, gli Avengers vecchi e nuovi non ci negano momenti di altissimo umorismo, come da tradizione, ed alcuni di loro riescono persino a ritagliarsi brevi parentesi romantiche.

I fratelli Russo hanno dimostrato il proprio valore dirigendo le due precedenti avventure di Captain America, che restano ancora tra i film meglio riusciti del MCU, e per questo hanno ereditato le chiavi del regno da Joss Whedon, passato infelicemente alla concorrenza.
Essi riescono quindi nella miracolosa impresa di gestire una ventina di eroi di primo piano in una serie ininterrotta di sequenze mozzafiato, all’interno di alcune tra le più belle e complesse location mai viste, senza mai perdere il ritmo o incepparsi in lunghi spiegoni e, anzi, riuscendo ad adattare la propria regia ai diversi stili dei franchise che vanno a sintetizzare: così i Guardiani risultano cool come se a guidarli ci fosse il loro regista James Gunn (che è tra i produttori esecutivi) e l’incursione nel regno africano di Wakanda è in assoluta continuità col film di Ryan Coogler.
L’affollatissimo cast, basta leggerne i nomi in sequenza, comprende alcuni degli attori più famosi della scena internazionale.

La produzione stavolta è davvero di una complessità inimmaginabile e anche col cronometro alla mano non riteniamo che ad alcuni eroi sia stata concessa meno visibilità di altri, ognuno dei nostri personaggi preferiti riesce ad avere una propria utilità all’interno di questa avventura, anche se per ragioni narrative che ancora non possiamo del tutto comprendere alcuni rimangono un po’ defilati; ricordiamoci che, nonostante gli autori facciano di tutto per negarlo, non si tratta di una storia singola ma è decisamente la prima di due parti, tanto che non appena il film si chiude il pubblico rimane a chiedersi insistentemente cosa avverrà dopo.

Avengers: Infinity War è come un ottimo giocatore di poker, perché punta pesante, sacrifica molto ed infine bluffa!
Si tratta del film più grande di sempre, per il suo genere? Troppo presto per dirlo, di certo non è perfetto, ma è grandissimo e soddisfacente per molti aspetti ed esasperante per altri, difficile pensare che possa scontentare qualche fan appassionato.
Rappresenta comunque un ulteriore passo in avanti per Marvel e Disney che, dopo quasi una ventina di pellicole, riescono ancora a moltiplicare esponenzialmente lo spettacolo: se qualche malpensante si aspettava che prima o poi la loro grandiosa macchina da guerra si inceppasse, bé.. dovrà attendere ancora perché non è proprio questa l’occasione!

Come tutte le produzioni attesissime e molto pubblicizzate, per essere più obiettivi occorre forse attendere di guardarlo una seconda volta con più lucidità, cercando di processare meglio la trama e senza più essere in balia dei numerosi colpi di scena.
Ma nonostante tutto ciò che accade sullo schermo durante due ore e mezza serratissime, ricordate il solito avvertimento: attenti a non perdervi l’ormai tradizionale scena post-credit, anche questa vi strapperà più di un urletto emozionato!!

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