Battleship: la recensione di Alvin Miller
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Battleship: la recensione di Alvin Miller

Battleship: la recensione di Alvin Miller

Eccoci qui alla recensione di BattleShip.
Nuovo (ennesimo?) film su licenza e kolossal Hollywoodiano a base di alieni invasori.
Un film che ha fatto storcere non pochi nasi con la sua intenzione di volersi ispirare al celebre gioco della battaglia navale e che ancora prima della sua uscita era già riuscito a ottenere la disapprovazione di James Cameron in persona (grande regista, che io ammiro ma che secondo me si è fatto un po’ troppo altezzoso dopo il planetario successo di Avatar).
Che genere di film è, quindi, Battleship? Trattandosi di kolossal ci si possono aspettare effetti speciali rumorosi (tanto), fracassoni (in senso letterario) e una trama dimenticabilissima (ma con una sua identità).
Eppure ha anche una marcia in più, un qualcosa che non lo renderà certo un cult indimenticabile, ma che fa del suo meglio per tenere il più lontano possibile il senso del “già visto”.
L’ambientazione in mare, per esempio, che dopo tante guerre in cielo e in terra porta un flebile venticello di aria fresca nel panorama delle invasioni su pellicola.
Il design degli alieni, con armature leggermente ispirate alla celebre saga videoludica di Halo e con volti che proprio non ti aspetti, incredibilmente simili a quelli degli esseri umani e a cui ormai non eravamo quasi più abituati.
Infine, l’idea in se della battaglia navale. Bisogna precisare che il film non riesce a essere fedele in tutto e per tutto alle meccaniche del gioco, ma questo non è necessariamente un difetto. Riuscire a trasporre lo stesso schema su pellicola era un’impresa che comportava il serio rischio di sprofondare nel ridicolo, quindi il cercare di indovinare quali meccaniche del regolamento del gioco sono state prese in considerazione e dove sono state usate rappresenta a tutti gli effetti una discreta parte del divertimento che si prova nel guardarlo:
L’epica la scena della creazione del campo di forza che finirà per isolare all’interno di essa le navi degli eroi umani dal resto del mondo e che mi ha fatto pensare al “campo di gioco” della battaglia navale. Seguita dall’idea secondo cui le navi aliene sono invisibili ai radar della marina militare americana, che li costringe a sparare alla cieca per colpirle. Infine, una scena di combattimento ambientata di notte che vede fronteggiarsi l’ultima nave rimasta ai Nostri e la flotta aliena, che non descriverò per evitare di spoilerare troppo a chi il film non l’ha ancora visto, ma che racchiude in se, meglio di tutte il resto del film, la vera essenza del gioco. E lo fa in modo davvero geniale.
I difetti principali sono al suo inizio e nel finale,con un prologo infarcito di luoghi comuni e cliché a non finire e un epilogo troppo frettoloso, di quelli che ti danno l’impressione che c’era un limite massimo di longevità per il film che non poteva essere valicato. Mentre, parlando del cast, l’unica critica che mi sento di fare è nel ruolo affidato alla pop-star Rihanna, una soldatessa tutta d’un pezzo ma confinata in un ruolo da macchietta, che più che dare un contributo al film, sembra essere stata ingaggiata solo per meri scopi promozionali del film.

In conclusione, un kolossal su licenza che come vuole la tradizione sarà bistrattato dalla maggior parte della critica e che divertirà il pubblico in cerca di intrattenimento senza troppo pretese.
Poi tutto dipende a quale categoria voi facciate parte, ma se come me siete semplici spettatori desiderosi di passare un paio di ore serali con un bel film d’intrattenimento, ebbene, ve lo consiglio. Non rimarrete delusi.

Voto 3/5

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