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Beastly: la recensione di Manuel Celentano

Beastly: la recensione di Manuel Celentano

”Beastly”, bestiale, è un aggettivo che si può tranquillamente appioppare sia al protagonista della pellicola, un arrogante ragazzino deformato nel volto da una maledizione di una strega, che al film stesso, di livello abbastanza penoso. Questa rivisitazione della nota fiaba de “La bella e la bestia” tratta dall’omonimo romanzo di Alex Flinn, è difatti uno spettacolo con livelli di superficialità imbarazzanti in cui è difficile trovare qualcosa da salvare, ma andiamo con ordine.

Partiamo dalla storia, prevedibile e piatta per lunghi tratti se non per il risvolto che costringe alla convivenza la bella e la bestia. Questo snodo della trama difatti riesce a sorprendere ma in termini assolutamente negativi producendo una sequenza estremamente ridicola. I dialoghi poi sono pieni di romanticherie di bassa lega, roba da far rimpiangere anche Moccia, e non riescono a sortire alcun tipo di emozione. Stesso (non) effetto lo provocano i personaggi la cui qualità è ovviamente stretta a doppio nodo alla carenza delle parole che pronunciano: Kyle sembra essere un cretino semplicemente perché il babbo lo trascura mentre Lindy è talmente una brava ragazza che sembra uscita da “Come d’incanto” (per aumentare il suo tasso di empatia ha anche il babbo drogato), rimane però da capire perché sia innamorata fin dal principio di Kyle bello e stronzo.

Gli interpreti, in tutto questo, non possono che assoggettarsi al misero script, rimandando ad altre prove una testimonianza del loro presunto talento. Anche dalla regia non si registrano spunti degni di nota, ma la cosa è ovvia visto che il regista Daniel Barnz è anche l’autore della sceneggiatura. Insomma un teen-movie inguardabile, meglio cullarsi nel ricordo del capolavoro della Disney.

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