Ben (Lucas Hedges) sta cercando di disintossicarsi e il giorno di Natale decide di uscire dalla comunità per passare le feste in famiglia. La madre Holly (Julia Roberts), sorpresa ma anche felice di rivederlo, lo accoglie a braccia aperte, capendo però ben presto che qualcosa non va e che la situazione sarà sempre sul punto di precipitare. Durante le 24 ore successive, Holly farà tutto ciò che è in suo potere per salvare il figlio e far sì che la sua famiglia non vada in frantumi.
Ben is Back, vincitore del Premio Speciale della Giuria di Alice nella Città, vede lo sceneggiatore e regista Peter Hedges (About a boy, L’amore secondo Dan, ma anche padre del protagonista Lucas) confrontarsi con un vicenda lacrimevole e sofferta: una storia di tossicodipendenza in cui il coraggio di una madre dovrà fare i salti mortali e sudare sette camicie per tentare di rimettere insieme i cocci dell’esistenza del figlio, irrimediabilmente schiavo della droga, equamente diviso tra bugie e fughe da casa.
L’attrice premio Oscar offre un campionario di immedesimazione e commozione regalando al suo personaggio sfumature e profondità e mostrandosi in ottima forma, specie nei passaggi del film in cui per la sua Holly la situazione precipita e il percorso di riemersione da colpe ataviche e senso di inadeguatezza si fa particolarmente doloroso e lancinante.
Non è da meno Lucas Hedges, già visto in Manchester by the Sea, per cui ebbe una nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista, Lady Bird e, sempre all’ultima Festa del Cinema di Roma, in Boy Erased – Vite cancellate. Uno dei nomi nuovi della Hollywood del presente ma soprattutto del futuro, un attore alla Ryan Gosling: il suo sforzo mimico sembra sotto zero, eppure dà l’impressione di pensare come il personaggio, di incarnarne lo spirito e i bisogni a tal punto da risultare sempre e comunque perfetto e in parte. Agendo sotto traccia, con discrezione, senza far rumore.
È così anche nel film di Joel Edgerton, in cui il peso della rieducazione sessuale è altrettanto asfissiante, specie in virtù dei due genitori conservatori e poco illuminati (Russell Crowe e Nicole Kidman) di un ragazzo gay costretto a fare i conti con le ferite di un’accettazione che latita. Qui invece il personaggio di Julia Roberts incarna appieno le pulsioni della madre ardimentosa e in tutto e per tutto retta, ma si ritroverà a sperimentare sulla sua stessa pelle gli inciampi frutto di un eccesso d’amore che si ritorce, per primo, contro di lei (in modi analoghi al padre di Steve Carell in Beautiful Boy, visto sempre alla Festa di quest’anno).
Il film è toccante ed emoziona, la droga non si vede (praticamente non è nemmeno nominata) ma se ne sentono e percepiscono gli effetti emotivi al posto di quelli fisici. Ha anche una scrittura quieta e paziente, Ben is Back, che si ritaglia gli spazi giusti per far respirare i suoi personaggi e donare loro tridimensionalità e sfumature. Nel finale si scivola di colpo e con un pizzico di goffa repentinità nel thriller e la storia comincia a vibrare anche da altri punti di vista, meno legati all’esplorazione del dolore e più alla concatenazione degli eventi e della tensione.
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