I sequel da tempo la fanno da padrone all’interno del mondo cinematografico mondiale e non sempre il secondo capitolo si rivela all’altezza del suo predecessore. Il caso di Benvenuti al nord può essere considerata l’eccezione.
Unico cambiamento nella trama rispetto al primo film è il punto focale della narrazione, stavolta infatti tocca al giovane Mattia (Alessandro Siani) finire esiliato nel lontano Nord dove dovrà fare i conti con un lungo e non difficile processo di crescita e maturazione personale che gli permetterà di mettere in salvo il suo matrimonio.
Buono il risultato dell’anteposizione Bisio- Siani che per la seconda volta riesce a mettere in piena luce non le differenze tra nord e sud, come forse il regista era intenzionato a fare, ma quanto un sentimento come l’amicizia possa divenire forte e sincero in un mondo dove tutto è ormai dettato dall’interesse del singolo.
Fatta eccezione per il finale, eccessivamente saturo di luoghi comuni ed ampliamente scopiazzato dalla famosissima scena dell’arrivo a Milano di Totò e Peppino in “Totò Peppino e a malafemmn”, Benvenuti al nord è nel complesso un film divertente, forse un po’ troppo lungo, capace di fornire oltre alla possibilità di farsi una sana risata, che non guasta mai, anche una serie di spunti per la riflessione personale.
Quante cose ci perdiamo perché siamo presi da altro?