Come può immaginare chi già conosce il lavoro di Pietro Marcello, Per Lucio non è la classica celebrazione biografica quanto piuttosto, come scrive lo stesso Marcello nelle note di regia, “l’evocazione di un artista” attraverso le parole di due persone che lo conoscevano bene: lo storico manager Tobia Righi e l’amico di infanzia, il filosofo Stefano Bonaga. Marcello li fa sedere l’uno di fronte all’altro al tavolo di una trattoria bolognese e li lascia liberi di ricordare, assecondando poi col montaggio la natura ondivaga delle memorie.
L’evocazione in realtà è doppia, il regista di Martin Eden resta il più bravo di tutti a fare una cosa molto specifica, ovvero “rivificare” i materiali televisivi di repertorio, che anche qui costituiscono una percentuale importante del minutaggio; e non soltanto quelli che vedono protagonista il cantautore ma molti altri che, senza bisogno di troppe didascalie e contesti, diventano a schermo il precipitato sentimentale della storia d’Italia, tra l’epoca del boom economico e gli anni del terrorismo. È cinema teoricamente d’essai ma in realtà la sensibilità di Marcello è da sempre popolare e qui, nella possibilità di abbinare i filmati d’epoca alle canzoni di Lucio Dalla, pare trovare la sua dimensione più spontanea, una dimensione a metà tra il videoclip e la video-installazione.
E così, nonostante alcuni episodi biografici più precisi e approfonditi – il rapporto con la madre, quello con il paroliere Roberto Roversi, il passato da clarinettista jazz, le piccola vanità e i cambi di look – Per Lucio, proprio come La bocca del lupo, funziona soprattutto come osservatorio sugli effetti del tempo nella produzione di immaginari. Addirittura, in questo caso, lo è al quadrato, nel momento in cui le note e le parole del brano Il parco della luna si sovrappongono alle immagini di Vincenzo Motta, il protagonista del documentario del 2009 di Marcello ambientato a Genova.
Ecco, in questa sovrapposizione di immaginari sul piano inclinato del tempo, su e giù per la vita di Dalla e per la storia d’Italia, tra le parole di due vecchi amici in una trattoria bolognese, si compie di nuovo il piccolo prodigio del cinema operaio, militante e a cuore aperto di un grande autore, che riesce sempre a scegliere soggetti molto specifici e tuttavia a restare inafferrabile come un sentimento.
Per Lucio di Pietro Marcello è nei cinema italiani per un evento di tre giorni, il 5, 6, 7 luglio (l’elenco delle sale è disponibile su nexodigital.it)
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