Big Game - Caccia al presidente: la recensione di Mauro Lanari
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Big Game – Caccia al presidente: la recensione di Mauro Lanari

Big Game – Caccia al presidente: la recensione di Mauro Lanari

Il più costoso film mai prodotto in Finlandia, 8,5 milioni di dollari, apprezzato dalla critica (71% su RT: “l’entusiasta atmosfera rétro si rivolge agl’appassionati dei film d’azione low-budget anni ’80, ma il co-sceneggiatore/regista Jalmari Helander aggiunge un livello d’intelligenza e abilità che lo rendono molto più d’un omaggio”), è scisso in due approcci che s’escludon’a vicenda. Da un lato si prende sul serio, tanto: con velleità per null’ironiche bensì addirittura etnoantropologiche, racconta di com’un epico 13enne lappone durante la giornata del rito d’iniziazione all’età adulta si dimostri più coraggioso, forte ed eroico del presidente USA la cui potenza vive di luce non propria ma degl’uomini di cui si circonda (e almeno 3 sono dei traditori cospirazionisti). Dall’altro lato, le c.d. americanate soprattutto sui versanti script, action e caratterizzazione dei comprimari son’una parodia da b-movie ridicolo. Esito: “Storia assurda s’un ragazzino finnico che salv’il presidente degli Stati Uniti; incredibili sequenze d’azione con aerei ch’esplodono e protagonisti antiproiettile; cattivi unidimensionali che non hanno vergogna di pronunciare dialogh’inconsistenti: gettate Samuel L. Jackson nel mix e complimenti, avete ‘Big Game’.”

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