“Immaginate un laboratorio in cui si versano in un’ampolla il contenuto di due fiale: nella prima c’è il classico Disney dei buoni sentimenti, dello humor e dei personaggi iconici, nella seconda c’è il cinecomic Marvel che sbanca i botteghini. Qual è il risultato dell’esperimento?” “Big Hero 6”, cinquantaquattresimo prodotto della ditta pluripremiata, tradizionale quanto le festività comandate ma frutto del marketing sempre più feroce, mirante a integrare o disintegrare disneyani ch’ancora si baloccano col peluche e la perenne principessa da salvare, giapponesi ch’ancora si trastullano coi robot, fan della sci-fi ch’ancora s’incantano con un wormhole, stanleeani ch’ancora si dilettano coi superoi superproblematici e superaction. Il pacioccone e la protagonista di “Frozen”, “Pacific Rim”, “Iron Man” e “Stargate” in una botta sola tipo “The Avengers” all-star: ecco servito il cinecartoon da saldo natalizio che spopola worldwide. Quattro (sotto)generi al prezzo d’uno, accorrete accorrete. Versione downgradata per la fascia d’età più bassa come se gl’originali non fossero già abbastanza infantili, ridicoli e insipidi.
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