Big Wedding: la recensione di Gianmaria Tammaro
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Big Wedding: la recensione di Gianmaria Tammaro

Big Wedding: la recensione di Gianmaria Tammaro

Big Wedding è tutto quello che una commedia non dovrebbe essere, ovvero: una trama scontata, battute banali, forzature nella storia e una regia assente. Tutto, in questo film, è lasciato alle mani (sapientissime, per carità) del cast: da Robert De Niro, che riesce a rendere credibili anche le cose più assurde, a Diane Keaton e a Susan Sarandon, Ben Barnes e – ovviamente – Robin Williams. La storia è questa: una famiglia – la tipica famiglia allargata americana – sta per affrontare il matrimonio di Alejandro, il figlio adottivo della coppia interpretata da De Niro e dalla Keaton, e una marea di altri problemi. Perché alla base della vicenda c’è questo: tutti hanno un problema. E più assurdo è, più la situazione si fa grottescamente ironica. Chi si salva è Robin Williams, che si ritaglia qualche minuto nella parte di un prete ex-alcolista che, forte del suo ministero, riesce a snocciolare qualche verità fondamentale e a passare per – tutto sommato – una brava persona (del prete che Williams ha interpretato in Licenza di Matrimonio qui non c’è alcuna traccia).

Mentre sono in corso i preparativi delle nozze di Alejandro con Missy (Amanda Seyfried), Don Griffin (De Niro) deve fingere di essere ancora sposato con l’ex moglie Ellie (Keaton) per salvare le apparenze davanti alla madre naturale del ragazzo, arrivata dal sud America apposta per assistere alla cerimonia. In realtà, convive da diversi anni con la migliore amica di lei, Bebe McBride (Susan Sarandon). I due, pur facendo finta, finiscono a letto insieme e la crisi di coppia, tra Don e Bebe, è dietro l’angolo. Intanto Jared Griffin (Topher Grace), un dottore ventinovenne vergine (sì, vergine), cerca in tutti i modi di andare a letto con la sorella (di sangue) del suo fratellastro Alejandro. E Lyla Griffin (Katherine Heigl) si ritrova in grande difficoltà perché ha lasciato il compagno dopo essere rimasta finalmente incinta. Le premesse, più o meno, sono queste.

Produce, scrive e dirige Justin Zackham, affiancato alla produzione esecutiva da Avi Lerner (quell’Avi Lerner: lo stesso che ha prodotto il franchise di Rambo). L’idea viene da un film francese del 2006, Mon Frère se Marie di Jean-Stéphane Bron, di cui Zackham ha deciso di girare il remake americano. Il tallone di Achille di The Big Wedding è, senza ombra di dubbio, la sceneggiatura. Che c’è, e anche troppo, quando non serve, e latita miseramente quando invece una maggiore chiarezza sarebbe d’obbligo. Il destino di tutto il film è nelle mani del cast. Un cast – aldilà dei soliti luoghi comuni e dei semplicismi giornalistici – stellare, che riesce in qualche modo, anche se a fatica e spesso non proprio lucidamente, a tirare fuori il meglio di una commedia che altrimenti non avrebbe nulla degno di essere visto. The Big Wedding, tra le altre cose, è un film del 2012, distribuito negli USA nel 2013 e che in Italia arriva solo quest’anno (ce n’era proprio il bisogno?). Non è un film adatto a tutta la famiglia perché, molto semplicemente, la trama – e certe situazioni – non sono per tutta la famiglia. Durante i Razzie Awards 2014, Katherine Heigl è stata nominata come Peggior attrice non protagonista. Quindi preparatevi: The Big Wedding forse vi farà ridere (o sorridere, mestamente), ma non è la commedia dell’anno. Questo per certo.

Leggi la trama e guarda il trailer

Mi piace
Robert De Niro, l’unico che riesce a strappare qualche risata genuina

Non mi piace
La trama, trita e ritrita, e certe trovate (il figlio vergine a 29 anni?) che dovrebbero essere comiche ma che in realtà fanno solo storcere il naso

Consigliato a chi
Ai fan degli attori presenti. Perché potrebbero essere gli unici seriamente intenzionati a guardarlo

Voto: 2/5

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