L’arte della guerra, secondo tre (o meglio, una) maggiorate. Il senso di questo film, alla fine, è tutto qui. La storia è un classico, ormai, ‘B Movie’ girato questa volta con una pellicola normale invece di quelle che danno un senso di ‘vecchio’ e ‘datato’. Le tre prosperose ragazzone: un’agente segreto, una psicopatica e una spogliarellista sono alla ricerca di un tesoro in diamanti del valore di ventidue milioni di dollari. Mentre scavano alla sua ricerca la storia si dipana attraverso flashback che spiegano il loro incontro e il motivo per il quale sono finite lì. Le scene si alternano fra il crudo e sanguinolento spettacolo e l’amore saffico (abbastanza pacchiano direi ma è il film che lo richiede in questa maniera). Alla fine tutti i fili, o quasi, della trama vengono al dunque. Si uccide per gelosia, si fa saltare in aria tutto quanto (senza scapparci il morto chissà come ma anche qui non è questa la cosa importante) ma soprattutto si conosce il vero cattivo di tutta la storia, quello al quale (o alla quale, chissà….) è stato rubato il prezioso bottino (fatto non solo di diamanti ma anche di una spada)e si termina con una sana disquisizione sul senso della guerra, quello filosofico intendo. I richiami alle pellicole di Tarantino dedicate a questo genere di films (da sale ‘Grindhouse’ per capirci) è fin troppo scontato, il resto è in alcuni punti fin troppo grottesco ma in fondo, per trascorrere una bella serata d’estate al cinema, non ci si annoia….soprattutto grazie alle maggiorate….
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